Minneapolis patteggia 27 milioni alla famiglia Floyd

Visitatori al memorial di George Floyd nel luogo dove fu ucciso a Minneapolis, Minnesota, durante un arresto della polizia.
Visitatori al memorial di George Floyd nel luogo dove fu ucciso a Minneapolis, Minnesota, durante un arresto della polizia. (ANSA(AFP/ Scott Olson)

NEW YORK.  – La famiglia di George Floyd ottiene 27 milioni di dollari dalla città di Minneapolis. Una cifra record, una delle maggiori in un caso di cattiva condotta della polizia. Il consiglio comunale ha approvato all’unanimità il patteggiamento e ora la famiglia del quarantaseienne afroamericano si augura che anche la giustizia faccia il suo corso e riconosca la responsabilità degli agenti nella sua morte.

L’accordo arriva infatti mentre è in corso la selezione della giuria chiamata a esprimersi su Derek Chauvin, l’ex agente che ha provocato la morte di Floyd, premendogli un ginocchio sul collo che gli ha impedito di respirare per lunghissimi 8 minuti e 46 secondi. E non è escluso che l’intesa possa condizionare il processo: secondo alcuni osservatori, infatti, è un potenziale disastro per Chauvin a meno che il suo legale non chieda l’annullamento del procedimento.

I giurati scelti o potenziali infatti potrebbero essere influenzati dal patteggiamento record, leggendolo come una sorta di ammissione di responsabilità e colpa. Al momento sono sei, secondo indiscrezioni, i giurati già selezionati: si tratta cinque uomini – tre bianchi, un ispanico e un afroamericano – e una donna.

Nell’ambito dell’accordo è previsto anche lo stanziamento di 500.000 dollari per la comunità dell’area dove Floyd è stato ucciso da Chauvin lo scorso maggio. Le ripetute suppliche della vittima, schiacciato dal peso dell’agente, non avevano sortito alcun effetto: il cui grido di dolore “I can’t breathe”, non riesco a respirare, è divenuto il simbolo della lotta degli attivisti di Black Lives Matter e di tutta la comunità afroamericana. Tutto per una banconota di 20 dollari contraffatta che “Big Floyd”, alto quasi due metri, aveva dato al commesso di un negozio.

La vicenda ha provocato una delle maggiori ondate di protesta negli Stati Uniti, con manifestazioni andate avanti per settimane nelle maggiori città americane, e con Floyd divenuto l’icona vera e propria del movimento Black Lives Matter.

Manifestazioni che ora preoccupano Minneapolis in vista dell’atteso processo che dovrebbe durare tre settimane, i dibattimenti finali dovrebbero iniziare il 29 marzo. Una scadenza alla quale la città si prepara blindandosi nel timore di nuove violenze.