Calcio: uno stadio chiamato Pelé, Maracanà cambia nome

Pelé con la Coppa del Mondo "Jules Rimet" vinta nel 1970 nella finale contro l'Italia 4-1 in Messico, dove segnó la prima rete .
Pelé con la Coppa del Mondo "Jules Rimet" vinta nel 1970 nella finale contro l'Italia 4-1 in Messico.

RIO DE JANEIRO.  – Il “re” degli stadi intitolato a “O Rei” del calcio. Il Maracanà  – salvo imprevisti politici dell’ultima ora – si chiamerá “Pelè”, unendo in un solo luogo di miti evocativi della storia dell’intero calcio mondiale.

“É un giusto omaggio a una persona conosciuta in tutto il mondo per il suo legame con il calcio brasiliano e per avere, con le sue imprese, dato lustro al nostro paese”. Con questa motivazione il presidente dell’Assemblea legislativa di Rio de Janeiro, André Ceciliano, ha spiegato l’approvazione, da parte dell’Assemblea stessa, del suo progetto di legge numero 3.489/21. E’ quello che  intitola a Pelé lo stadio forse più famoso del mondo, il Maracanà.

Ora il governatore dello stato di Rio, Claudio Castro, ha 15 giorni di tempo per dare il via libera, ed è scontato che lo farà, nonostante le proteste della famiglia del giornalista Mario Filho al quale finora l’impianto era intitolato e che era stato il promotore della campagna per la costruzione del megastadio inaugurato in vista dei Mondiali del 1950, poi persi nella sfida decisiva contro l’Uruguay.

In un sondaggio del quotidiano carioca “O Dia” il 96,3% dei lettori si dice contrario ma l’iter andrà avanti, e a Mario Filho saranno intitolati il Maracanazinho, dove si gioca a pallavolo e basket e dove si svolgono competizioni di ginnastica artistica, e lo stadio di atletica adiacente all’imponente arena carioca ristrutturata per i Mondiali del 2014, che si chiamerà “Estádio Edson Arantes do Nascimento – Rei Pelé”.

Un’accelerata all’approvazione della legge, a dimostrazione dell’eterna disputa fra  chi sia stato migliore tra Pelé e Diego Armando Maradona, è stato il fatto che lo stadio di Napoli nei mesi scorsi abbia preso il nome del fuoriclasse argentino, e quindi il Brasile non poteva essere da meno. Ecco allora quello più celebre con il nome di O Rei Pelé, denominazione che continuerà ad avere anche il poco conosciuto impianto da 19mila posti della città nordestina di Maceiò.

D’altra parte in Brasile, e anche in altri paesi del Sudamerica, è normale intitolare stadi e impianti a persone ancora in vita, basti pensare al circuito automobilistico Nelson Piquet (tuttora vivo e vegeto) che c’era a Rio prima che fosse dismesso per costruire il Parco Olimpico dei Giochi del 2016.  “Intitolare impianti pubblici a personaggi ancora in vita – ha spiegato Ceciliano – serve a tutelarli e a impedirne la privatizzazione”.

E Pelé che dice? Per ora non ha fatto commenti, limitandosi ad annunciare sui social l’apertura di uno shop online sul sito della Fondazione che reca il suo nome. Il ricavato degli oggetti griffati da O Rei servirà a finanziare progetti benefici.