Governo netto sulla produzione del vaccino Sputnik: “Solo iniziativa privata”

Una fiala con vaccino Sputnik V.

ROMA. – Nessun pregiudizio verso Sputnik V, ma l’Italia sui vaccini si muove nella cornice europea. E’ la linea che trapela dal governo, dopo l’annuncio della produzione a Caponago, in Brianza, del vaccino russo. La Regione Lombardia, il ministero dello Sviluppo economico e il ministero degli Esteri affermano che non erano informati dell’accordo tra Adienne Pharma Biotech e il fondo governativo russo Russian Direct Investment Fund.

Si tratta di un accordo privato, afferma il governo a più voci. E rinvia a quanto affermato dalla commissione Ue: Sputnik in questo momento non rientra nella strategia vaccinale dell’Unione europea. E l’esecutivo guidato da Mario Draghi intende muoversi nell’ambito di questa strategia: l’accelerazione del piano sarà garantito dalle dosi in arrivo da Pfizer, AstraZeneca e Moderna.

L’annuncio della camera di commercio italo-russa arriva nelle ore in cui trapelano notizie di stampa, smentite poi in serata dall’azienda, che sembrano mettere in dubbio le forniture di Johnson & Johnson nel secondo trimestre. Se si sommano le preoccupazioni di chi, come la Regione Lazio, parla di scorte al limite, i segnali non sembrerebbero incoraggianti per l’accelerazione che il nuovo esecutivo sta provando a imprimere alle vaccinazioni.

Ma da Palazzo Chigi al contrario fanno sapere che i vaccini ci sono: non solo Johnson & Johnson garantisce l’impegno a fornire 200 milioni di dosi all’Ue nel 2021, a partire dal secondo trimestre. Ma per quanto riguarda l’Italia, nel periodo dall’8 marzo al 3 aprile saranno fornite complessivamente circa 6,5 milioni di dosi. Nel secondo trimestre, invece, in Italia l’aumento sarà netto, anche se non si considera Johnson & Johnson: in tutto sono previste oltre 36,8 milioni di dosi per Pfizer, AstraZeneca e Moderna.

E’ sui vaccini autorizzati in Europa dall’Ema che va avanti anche il lavoro del tavolo istituito al Mise con Aifa e Farmindustria, per la produzione di vaccini in Italia. Il ministro Giancarlo Giorgetti conferma al commissario europeo Thierry Breton la disponibilità delle aziende italiane a essere attivamente inserite nel ciclo di produzione.

Quanto a Sputnik V, dal ministero dello Sviluppo economico si osserva che non c’è pregiudizio o giudizio negativo verso l’accordo tra Adienne e il fondo russo per la produzione in Brianza, ma che si tratta di un legittimo accordo tra privati, di cui il ministero non era informato. Anche l’ambasciata russa si sarebbe limitata, secondo quanto viene raccontato in ambienti di governo, a fornire contatti alle aziende interessate.

Alcune fonti di maggioranza osservano che dietro l’attivismo non ci sarebbero svolte sostanziali: non solo il vaccino russo non è autorizzato in Ue e in Italia ma, come notano fonti europee, l’intesa non sarebbe in grado di incidere in maniera significativa sull’approvvigionamento. Nonostante la produzione di Sputnik nel nostro Paese fosse stata auspicata anche dall’assessore del Lazio D’Amato, a ridosso dell’annuncio commentano con entusiasmo solo Antonio Tajani da Fi e alcuni esponenti della Lega.

C’è lo zampino dei partiti del centrodestra dietro l’iniziativa? Ci si chiede in ambienti politici. Dal partito di Matteo Salvini fanno sapere di non avere avuto nessun ruolo: l’auspicio resta quello di aumentare l’approvvigionamento di dosi ed in questo senso il leader leghista si è speso, ma senza aver intermediato in alcun modo l’intesa. E l’imbarazzo del governo – così come viene definito da alcuni esponenti dell’Esecutivo – sembra riverberarsi anche in maggioranza, tanto che c’è chi si spinge a ipotizzare che l’iniziativa di Adienne sia iscrivibile nell’alveo della precedente gestione commissariale guidata da Domenico Arcuri.

(di Serenella Mattera/ANSA)

Lascia un commento