La regina “addolorata” tende la mano a Meghan e Harry

In una foto ufficiale del 26 giugno 2018 la Regina Elisabetta con il principe Harry e Meghan.
In una foto ufficiale del 26 giugno 2018 la Regina Elisabetta con il principe Harry e Meghan. (AP/John Stillwell)

LONDRA. – Altro che ritorsioni od opzioni nucleari, semmai un messaggio che appare quanto di più vicino possibile a una dichiarazione di scuse. Quasi a una resa.

Spinto dalle pressioni del Regno e del mondo, il palazzo reale britannico reagisce finalmente alle rivelazioni devastanti dell’intervista alla Cbs dei duchi di Sussex in cui Meghan aveva tra l’altro raccontato d’essersi sentita abbandonata dalla Royal Family fino all’orlo del suicidio prima della fuga in America; e soprattutto denunciato assieme a Harry come un membro non identificato di casa Windsor avesse espresso “preoccupazioni” di tenore razzista sul colore della pelle di Archie prima della nascita del piccolo.

E lo fa con una nota firmata a nome dell’intera dinastia dalla 94enne regina Elisabetta in persona, roccia della nazione, in cui si prende atto delle sofferenze patite dai Sussex, dicendosene “rattristati”, e ci si impegna a “prendere molto sul serio” ogni sospetto di razzismo, per quanto “privatamente” e non senza evocare – quasi come attenuante o via d’uscita – l’ipotesi che la memoria di ciascuno possa “variare” rispetto al contesto di taluni ricordi.

Il comunicato diffuso da Buckingham Palace è tutto meno che una dichiarazione di guerra, al momento. Piuttosto una mano tesa per cercare di riparare a uno strappo che – comunque la si veda – rischia altrimenti di compromettere reputazione e avvenire della monarchia.

“Tutta la famiglia reale – vi si legge – è rattristata nell’apprendere pienamente quanto difficili siano stati gli ultimi anni per Harry e Meghan. Le questioni sollevate, in particolare quelle sulla razza, sono preoccupanti. Anche se alcuni ricordi possono variare, esse vanno prese molto sul serio e affrontate privatamente dalla famiglia. Harry, Meghan e Archie saranno sempre membri molto amati” della Royal Family.

Poche righe, ma senza precedenti dal tempo della morte di Diana. Righe partorite dopo un conclave d’urgenza fra i vertici della corona e i più alti funzionari dell’entourage dal quale non è uscita affatto quella vendetta che il Daily Mail, capofila dei tabloid della destra populista più ostili a Meghan, immaginava (e forse invocava), attribuendo al principe Carlo e al principe William, padre e fratello maggiore di Harry, nonché primo e secondo nella linea di successione al trono, fantomatici intenzioni bellicose fino alla revoca del titolo reale di duchi ai due “ribelli”.

Bensì un testo ispirato tutto alla prudenza e alle inclinazioni di Elisabetta, risparmiata da qualunque recriminazione dei Sussex, al cui cospetto il secondogenito di Carlo e Lady D sembra in fondo conservare i lineamenti del nipote più problematico e quindi prediletto.

Il tentativo appare del resto quello di calmare le acque anche di fronte alla pericolosa faglia di divisione fra comunità etniche del Regno Unito. Dimostrato in modo palmare, e solo per fare un esempio, dalla rissa televisiva andata in onda oggi stesso durante Good Morning Britain.

Con il mattatore (bianco) del programma Piers Morgan – già simpatizzante di Donald Trump e fustigatore insistente della Markle – pronto a scatenare contro i Sussex il controverso padre di lei, Thomas, da cui la duchessa afferma da anni di sentirsi “tradita”, e a sentenziare di “non credere a una sola parola” dell’ex attrice di madre afroamericana; e il co-conduttore (di padre nero) Alex Beresford altrettanto tagliente a contestarlo in diretta bollandolo come “prevenuto, patetico, diabolico”.

Ora bisognerà vedere se questa strategia avrà un seguito concreto e come l’offerta di pace sarò raccolta nel loro rifugio californiano dai Sussex, spalleggiati da tanti negli Usa, incluso il presidente Joe Biden. Di certo sembra venire incontro alle richieste di un’investigazione interna a Buckingham Palace auspicata dall’opposizione laburista britannica di Keir Starmer.

E alla necessità del premier Tory, Boris Johnson, di uscire dall’imbarazzo affidandosi – come aveva dichiarato fin da ieri – all’inossidabile capacità “unificante” di Elisabetta II.

(di Alessandro Logroscino/ANSA)

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