Torino: scontri anticovid e saccheggi, arrestati i giovani

Petardi e bombe carta, fumogeni, cariche della polizia, vetrine distrutte, cassonetti gettati a terra. Scene di guerriglia urbana a Torino fra gruppi di manifestanti scesi in piazza per protestare contro le misure anti Covid e le forze dell'ordine
Petardi e bombe carta, fumogeni, cariche della polizia, vetrine distrutte, cassonetti gettati a terra. Scene di guerriglia urbana a Torino fra gruppi di manifestanti scesi in piazza per protestare contro le misure anti Covid e le forze dell'ordine, 26 ottobre 2020. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

TORINO. – Gruppi di ragazzi e ragazzini delle periferie che con il passaparola sui social si diedero appuntamento in centro “per fare casino” e sfasciare tutto. Parla di questo l’indagine della polizia su quanto accadde a Torino la sera del 26 ottobre in occasione di una protesta contro le misure anti Covid prese dal governo: con le forze dell’ordine impegnate a fronteggiare lanci di pietre e bombe carta, i giovani ne approfittarono per dare l’assalto ai negozi più chic, spaccando le vetrine e razziando tutto quello che potevano.

Louis Vitton, Geox, Astrua, Gucci (che da solo contò danni per 200 mila euro) furono depredati insieme ad altri 34 esercizi commerciali. “Una pagina nera per Torino”, dice il questore Giuseppe De Matteis. All’alba di stamani sono scattati 24 fermi e, da parte del tribunale per i minorenni, 13 ordini di custodia cautelare. Il più giovane ha 15 anni, il più grande 24 (se si esclude un homeless di 47 anni). Sono italiani – almeno dieci – e poi in gran parte migrnti magrebini di seconda generazione, con due romeni e un moldavo.

L’accusa è devastazione e saccheggio. “Quelle del 26 ottobre – afferma De Matteis – non furono ragazzate, ma espressioni di una violenza che definirei quasi animalesca. E’ vero che le nostre periferie non possono essere chiamate ‘banlieu’, ma non per questo il fenomeno deve essere sottovalutato”. “E’ necessario riflettere – aggiunge il procuratore aggiunto Patrizia Caputo – perché qui all’istinto predatorio si affianca un disagio evidente. E la risposta giudiziaria, in questo caso, da sola non basta”.

I ragazzi sapevano che “ci sarebbe stato casino”. Se ne parlava da giorni: i commercianti, preoccupati dalle restrizioni anti Covid, avevano lanciato una mobilitazione spontanea sganciata dalle organizzazioni di categoria e la tensione era alle stelle. Il presidio in piazza Vittorio fu pacifico, in quello di piazza Castello, dove c’erano anche ultrà ed estremisti di destra e sinistra, almeno 400 persone si infiltrarono per prendere di mira le forze dell’ordine (che ebbero 10 feriti) schierate in difesa del palazzo della Regione.

“Il centro di Torino fu sotto assedio per ore in uno scenario di guerriglia urbana” annota la procura, che sulle violenze ha in corso un secondo filone d’inchiesta. Molti giovani immortalarono le loro prodezze su Istagram. Fu creata persino una pagina apposita, Criminalpage, poi chiusa dalla polizia postale, dove si rincorrevano le chiamate a raccolta per ripetere la scorribanda al primo momento utile.

(di Mauro Barletta/ANSA)

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