Mondo dello sport in piazza: “In lutto da un anno”

Manifestazione di protesta di addetti allo sport a Piazza del Popolo, Roma.
Manifestazione di protesta di addetti allo sport a Piazza del Popolo, Roma. (Frame video ANSA)

ROMA. – Un minuto di silenzio sulle note dell’inno d’Italia, poi la deposizione simbolica di una corona di fiori in segno di “un anno di lutto dello sport italiano”. Così i rappresentanti di palestre, piscine, centri sportivi, scuole di danza, ma anche personal trainer e allenatori, hanno voluto lanciare l’appello al governo affinché si possa riaprire.

“E’ passato un anno – dicono gli organizzatori – e siamo ancora chiusi. Ci hanno chiamati untori, ma noi siamo qui per dimostrare che possiamo e vogliamo lavorare in sicurezza. In Europa le palestre sono aperte, dobbiamo svegliarci”.

Quella di piazza del Popolo è solo l’ultima delle tante proteste che nelle ultime settimane stanno riempiendo le strade di tutta Italia. Nei giorni scorsi sono tornate a Montecitorio le imprenditrici del gioco legale, mentre stasera il Circo Massimo, sempre a Roma, sarà illuminato dalle fiaccole dei ristoratori. Appuntamento durante l’orario forzato di chiusura (alle 20) per “non spegnere le luci della notte”, come si legge nello slogan della manifestazione.

Domani, invece, toccherà alle partite Iva, sempre a piazza del Popolo, con uno sciopero generale per invocare “l’apertura immediata di un tavolo di concertazione dove affrontare due aspetti principali: lo stato di emergenza sociale e piano programmatico di rilancio”.

Oggi, però, i riflettori erano tutti puntati sul mondo dello sport che, proprio il 9 marzo di un anno fa, finivano nelle attività da chiudere. I manifestanti, meno di quanti attesi dagli organizzatori forse anche per il brutto tempo, si sono ritrovati sotto lo slogan “lo sport è salute”. Sono arrivati da ogni parte d’Italia nonostante la pioggia caduta in mattinata sulla Capitale, dal Veneto alla Campania. “Noi non siamo invisibili – le voci dei protagonisti sul palo -. Da un anno ci hanno tolto non solo il lavoro, ma la salute e la dignità. E’ ora di dire basta, è una vergogna”.

Sono cinque i punti all’ordine del giorno da parte dei manifestanti: “ripristinare un ministero dello sport, riaprire secondo le norme, ricevere ristori adeguati al danno, essere coinvolti delle decisioni politiche ed essere più considerati perché – dicono dalla piazza – non siamo invisibili. Siamo qui e siamo tanti”. “Più piscine meno lacrime” e “palestre e piscine sono allo sfinimento”, alcuni dei tanti striscioni comparsi in piazza.

Sul palco si sono alternati anche alcuni rappresentanti politici, che però non hanno trovato molto sostegno da parte dei manifestanti. Particolarmente contestato il senatore della Lega, William De Vecchis, il primo a prendere la parola. “Comprendo la vostra rabbia – ha detto, replicando alla protesta -. Le palestre devono riaprire entro il 7 aprile, in sicurezza ma devono riaprire”.

(di Domenico Palesse/ANSA)