Centro vaccini nell’ex aeroporto di Berlino

Vaccinazione di un bambino.
Vaccinazione di un bambino. (ANSA)

BERLINO. – È il sesto e ultimo centro-vaccini previsto a Berlino contro il Covid, e ha aperto i battenti oggi, nell’edificio che in passato ospitava l’aeroporto di Tempelhof.

Hangar numero 4: fino a qualche tempo fa qui c’era un centro per profughi. Dalle 14 dell’8 marzo sono arrivati invece i primi 200 pazienti, ed entro due settimane ci si aspetta la capacità di vaccinare fino a 3300 persone al giorno (dalle 9 alle 19).

A Tempelhof si somministra soltanto AstraZeneca: da pochi giorni consigliato anche per gli ultra 65enni, è l’unico prodotto previsto fra queste mura, dove si darà priorità a insegnanti ed educatori, nella Germania che fino ad ora ha dato assoluta precedenza agli anziani.

La parola d’ordine è “empatia”, spiegano gli organizzatori. E per chi desiderasse distendersi nell’attesa, in un angolo c’è pure un pianoforte. Ad inaugurare l’ultimo “Impfzentrum” della capitale, con un ristretto numero di media fra cui l’ANSA, la ministra della Famiglia Franziska Giffey e la senatrice della Salute di Berlino, Dilek Kalayci.

Dieter Möller, fra i primissimi ad entrare, si è presentato sorridente e di ottimo umore: “Ho 57 anni, sono un poliziotto e rientro nella fascia a rischio per una malattia cronica. Ho ricevuto l’invito e sono venuto davvero volentieri”. “Sì, – risponde fra l’altro – ho fiducia in AstraZeneca”.

Cinque minuti dopo la puntura, si sente ancora “benissimo”, ma qualche effetto collaterale (come febbre e dolori muscolari) potranno manifestarsi più tardi, gli viene spiegato dal medico. L’appuntamento per il richiamo? “A maggio”. Fra le due dosi, è  previsto un intervallo di tempo di 12 settimane.

Nel grande spazio adibito alla campagna anticovid, ci sono 48 sportelli per registrarsi, 48 cabine per vaccinare, e un’ampia zona in cui si resta nei 30 minuti successivi alla puntura, per far fronte ad eventuali reazioni indesiderate. Sul posto, anche uno spazio di pronto soccorso.

“Wir helfen Berlin”, (“noi aiutiamo Berlino”), lo slogan scelto dalle organizzazioni che gestiscono il centro, “Arbeiter Samariter Bund” (ASB) e “Deutsche Lebens-Rettungs-Gesellschaft” (DLRG). “Nelle prossime settimane la questione principale non sarà più quante dosi di vaccino siano disponibili, ma come riuscire a somministrare tutte quelle a disposizione”, ha affermato Giffey, annunciando il forte cambio di passo in vista.

Per la “fase 2” della campagna è previsto del resto il coinvolgimento dei medici di base, “e già da questa settimana sono 100 gli studi medici in grado di somministrare il vaccino anticovid a Berlino”, ha aggiunto Kalayci. Fino ad oggi, 129 mila berlinesi hanno ricevuto  la prima dose, e 70 mila la seconda.

“Con la Baviera e la Renania-Palatinato, Berlino è in testa sui vaccini in Germania”, ha sottolineato ancora Giffey, ricordando che il 69% delle dosi di vaccino disponibili è stato somministrato. Delle dosi Biontech è stato impiegato già l’83%, di Moderna il 33 e di AstraZeneca solo il 28%.

“È noto che AstraZeneca sia stato accolto con poca fiducia da parte della gente, ma io sono ottimista e fiduciosa nel fatto che questo atteggiamento cambierà nelle prossime settimane – ha concluso Kalayci -. Nuovi studi hanno dimostrato l’alta affidabilità di questo vaccino, che con l’80% di garanzia di copertura è un ottimo vaccino”.

(di Rosanna Pugliese/ANSA)

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