In Gran Bretagna il ritorno a scuola fra ansie e sollievo

In Piccadilly Circus a Londra un schermo gigante sul Coronavirus.
In Piccadilly Circus a Londra uno schermo gigante sul Coronavirus. (Photo by Tolga Akmen / AFP)

LONDRA. – Tra timori per un possibile rialzo dei contagi e sollievo per la riapertura delle scuole, che segna il primo passo verso un graduale allentamento del lockdown in vigore nel Regno Unito, questa mattina è suonata la campanella per circa 10 milioni di studenti britannici, tornati in aula dopo quasi tre mesi di didattica a distanza.

La ripresa delle lezioni in classe – “un grande giorno carico di emozione”, nelle parole del premier Boris Johnson – è stata possibile grazie alla brusca frenata di nuovi contagi e decessi e al piano vaccinale che procede a ritmo serrato, in un Paese che oggi fa segnare un nuovo minimo di non più di 4712 contagi da Covid (su oltre 800.000 test), con un numero giornaliero di morti in calo a 65 e quasi 24 milioni di dosi di vaccino somministrate.

Quello odierno non è il primo ritorno a scuola dall’inizio della pandemia, che aveva imposto la sospensione della didattica in aula già la scorsa primavera nel Regno con conseguenze negative sui più giovani, non solo a livello didattico ma anche psico-sociale.

“Secondo la nostra ricerca gli studenti sono in media due o tre mesi indietro nell’apprendimento. Nel caso dei ragazzi di famiglie indigenti il ritardo, però, è più grave”, ha dichiarato all’ANSA Natalie Perera, direttrice dell’Education Policy institute.

Un’analisi confermata da Martin Jowell, preside della scuola St Augustine’s di Londra: “Conosco numerose famiglie, magari con quattro figli, senza computer. Abbiamo cercato di fare il possibile per garantire a tutti pari opportunità, ma ovviamente le difficoltà sono state enormi”.

E non solo a livello strettamente scolastico, sottolinea Janette Browne, una professoressa della stessa scuola. “C’è un problema legato al benessere dei più giovani, che non hanno visto amici né socializzato per mesi. Non sono più abituati a stare in gruppo, alcuni di loro sono rimasti completamente isolati. Oggi in classe ho colto grande entusiasmo ed eccitazione, ma anche un po’ di smarrimento”.

“É stato bello rivedere i miei compagni, non pensavo mi sarebbero mancati così tanto”, ha confessato Janet, una ragazza di 15 anni. “Tra telefono, computer e famiglia, a casa è impossibile concentrarsi”, le ha fatto eco Joseph, un suo compagno. Anche per queste ragioni il governo ha voluto accelerare il ritorno in classe.

“Possiamo sperare che i ragazzi sappiano gradualmente recuperare. Ma temo che per alcuni le conseguenze saranno serie e durature”, ha commentato Loic Menzies, un professore di matematica. Strascichi destinati a durare – accanto alle residue incognite sulla sicurezza sanitaria – per mesi e forse anni sul futuro della generazione Covid.

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