Francia: ”10mila vittime di pedofilia nella Chiesa”

Manifestanti protestano contro gli abusi dei sacerdoti al Vaticano. ANSA/ GIUSEPPE LAMI
Manifestanti protestano contro gli abusi dei sacerdoti al Vaticano. ANSA/ GIUSEPPE LAMI

PARIGI.  – Almeno 10.000 vittime di abusi sessuali nella Chiesa francese dal 1950, una stima “per difetto”. É stato il presidente della Commissione indipendente che indaga sugli atti di pedocriminalità nella Chiesa di Francia, Jean-Marc Sauvé, a rivedere fortemente al rialzo il numero stimato delle vittime. Una stima provvisoria anticipata alla stampa francese, perché per i risultati definitivi dello studio saranno consegnati a fine settembre.

Lo scorso giugno, la stessa Commissione aveva recensito “3.000 vittime” dagli anni Cinquanta ad oggi, un dato che “non rappresenta certamente la totalità”, ha puntualizzato Sauvé. “E’ possibile che questo numero raggiunga almeno i 10.000”, ha aggiunto, presentando il primo rapporto intermedio dei lavori.

La Commissione sugli abusi sessuali nella Chiesa (Ciase) è stata istituita nel 2018 da episcopato ed istituti religiosi, in seguito a diversi scandali nella Chiesa d’Oltralpe. Nel giugno 2019, venne anche attivata un’apposita piattaforma telefónica per denunciare gli abusi. Ma il numero di chiamate – 6.500 in circa 18 mesi – “non racchiude certamente la totalità” delle violenze. Secondo Sauvé, infatti, anche il dato di diecimila vittime sarà rivisto ulteriormente al rialzo a lavori conclusi.

Secondo Jean-Pierre Sautreau, alla guida di un’associazione di vittime della Vandea, dipartimento nell’est della Francia particolarmente colpito da questo flagello, 10.000 “è già molto, ma è una stima per difetto, siamo ancora distanti dalla verità”.

“Spesso – ha aggiunto – sono fatti che risalgono agli anni ’60, e da allora alcuni sono morti oppure, a 80 anni, non hanno più voglia di parlare”. “É la parte emersa dell’iceberg, il dato è certamente molto più alto”, gli ha fatto eco Véronique Garnier,del collettivo di vittime “Foi et résilience”.

A sei mesi dalla consegna dei lavori, Sauvé ha sottolineato che il suo rapporto rappresenterà una “diagnosi complessiva”, per rispondere alla domanda: “Come si è arrivati a questo punto, al di là delle falle e delle responsabilità individuali gravi di prelati e religiosi?”. Il rapporto si pronuncerà, inoltre, sul “modo in cui l’istituzione nel suo insieme si è assolta dalle proprie responsabilità”.

“In un certo numero di istituzioni cattoliche o di comunità religiose c’è stato un reale sistema di abusi, ma questa situazione rappresenta una piccolissima parte dei casi”, ha dichiarato Sauvé, dicendosi favorevole ad una “giustizia riparatrice”.

E della necessità di “gesti forti” per le vittime: “il bisogno di riconoscimento non può risolversi soltanto con una somma di denaro”. Da oltre due anni, infatti, la Chiesa di Francia studia una forma di riconoscimento del dolore delle vittime che vada al di là del semplice risarcimento finanziario, ma che consideri anche il dovere della memoria, con monumenti o targhe commemorative.

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