MADRID. – Ci sono anche sei ragazzi italiani tra le persone fermate sabato scorso nel corso degli scontri a Barcellona, sul finale dell’ennesima giornata di proteste per l’arresto del rapper Pablo Hasél.
Si tratta di 5 ragazzi ed una ragazza ha comunicato la polizia catalana al consolato italiano che, secondo quanto si è appreso, si è attivato per prestare assistenza ai fermati in attesa di conoscere i reati contestati.
La notizia del fermo di alcuni stranieri, tra cui gli italiani e un francese, è arrivata dall’assessore all’Interno mdella Catalogna, Miquel Sàmper. Sono stati arrestati 14 manifestanti, appartenenti a “gruppi eterogenei”: si tratta di mpersone “legate ai movimenti anarchici” che hanno manifestato “condotte violente”, ha aggiunto.
Sabato sera circa 4.000 persone — secondo il calcolo della polizia municipale riportato dai media spagnoli — sono scese ancora una volta in piazza a Barcellona. Durante le proteste un gruppo minoritario di manifestanti ha iniziato ad erigere barricate e dato il via ad atti di vandalismo ai danni di negozi, uffici, sportelli bancari e un hotel: scene che si erano già viste ripetutamente nel corso delle proteste della settimana precedente.
L’episodio più grave della notte si è registrato quando alcuni dimostranti hanno dato fuoco a un furgone della polizia catalana a bordo del quale si trovava un agente, che è riuscito ad abbandonare il mezzo illeso.
Le tensioni vissute nelle ultime due settimane di proteste in Catalogna, partite dopo l’arresto di Hasél — condannato per “apologia di terrorismo” e ingiurie contro la monarchia — sono sfociate in un crescente malcontento, provocando ripercussioni anche sul piano politico. In una fase delicata in cui la regione, dopo le recenti elezioni, è impegnata in complicate trattative tra i partiti indipendentisti alla ricerca della formazione di un nuovo governo. Trattative ulteriormente complicate dalle divisioni interne tra le varie forze in campo sulla condanna esplicita o meno delle violenze e il malessere della polizia catalana, che non si sente appoggiata a sufficienza dai responsabili politici.
(di Francesco Rodella/ANSA)