Una settimana per decreto legge sostegno, tornano congedi Covid

Un operaio dell'industria metalmeccanica. (AdnKronos)

ROMA. – Nuovi aiuti all’economia, per restare al passo con le restrizioni dei Dpcm, ma anche un nuovo pacchetto di misure per le famiglie: il governo si dà ancora circa una settimana per chiudere il lavoro sul nuovo decreto Sostegno, chiamato a spendere i 32 miliardi di extradeficit autorizzati dal Parlamento all’inizio dell’anno per aprire un nuovo ombrello anti-crisi in attesa che il piano vaccini avanzi quanto basta da poter immaginare, finalmente, la ripartenza di tutte le attività.

Intanto però c’è da contrastare l’avanzata delle varianti e con la nuova stretta arriverà, probabilmente retroattivo, il rinnovo degli aiuti per le famiglie con i figli a casa da scuola per quarantena o per le chiusure da zona rossa: il ministero del Lavoro ha chiesto esplicitamente di inserire il pacchetto congedi nel nuovo provvedimento, così come aveva peraltro già predisposto l’ex ministro Nunzia Catalfo.  La novità, dice in tv la titolare della Famiglia Elena Bonetti, è che si starebbe anche valutando “una misura ad hoc per i lavoratori professionisti, per le partite Iva”.

I sindacati hanno chiesto un incontro urgente ai due ministri. Con i figli piccoli a casa “impossibile lavorare”, è il tam tam che sale sui social dove cresce la protesta dei genitori rimasti senza strumenti di emergenza e costretti a prendere ferie e permessi con le nuove chiusure scolastiche.

Nel pacchetto, che potrebbe quindi coprire anche le prime settimane dell’anno, potrebbero rientrare sia il bonus babysitter – che ha registrato un boom lo scorso anno, con oltre 1,3 milioni di domande – sia i congedi parentali straordinari retribuiti al 50%, utilizzati di meno proprio per lo stipendio dimezzato, insieme alla possibilità di chiedere lo smart working.

Il lavoro sul decreto, comunque, è ancora in corso: “Se non è questo venerdì, è la settimana prossima” assicura il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, sottolineando che sul fronte delle attività economiche andrà fatta una valutazione “settore per settore” visto che in diversi casi “come le funivie, ha poco senso parlare di fatturato, perché i costi fissi sono alti”.

Proprio il passaggio al criterio dei costi fissi per dare sostegno alle imprese era già al vaglio del vecchio esecutivo, ma ancora sarebbero in corso le valutazioni tecniche sullo schema da applicare per questa nuova tornata di ristori. Lo stesso vale per i calcoli della Cig Covid da prorogare (legata al blocco dei licenziamenti), insieme ai nuovi aiuti per stagionali e lavoratori dello spettacolo che, garantisce il ministro Dario Francescihini, continueranno ad arrivare anche se a fine marzo si partirà con graduali riaperture.

Resta ancora da definire nei dettagli anche il pacchetto fiscale: il Mef con l’ormai classico “comunicato-legge” ha fatto sapere che arriverà un ulteriore rinvio per le rate della rottamazione e del saldo e stralcio che interessano 1,2 milioni i contribuenti e valgono circa un miliardo, sospese da inizio pandemia.

Accanto alle rate però, resta il nodo della ripresa della riscossione: la sospensione dell’invio di atti e cartelle è scaduta alla fine di febbraio e il governo, così come indicato con la richiesta dello scostamento, dovrebbe procedere con una dilazione in due anni, per evitare che una valanga di oltre 50 milioni di atti si abbatta, tutta insieme, sui contribuenti. Aperta anche l’ipotesi di una nuova pulizia del magazzino, concentrata sulle vecchie cartelle fino a 5mila euro.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

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