Ue accelera sul pass vaccinale per tornare a viaggiare

Terminal 4 dell'aeroporto Adolfo Suarez-Madrid Barajas deserto a causa delle restrizioni Covid
Terminal 4 dell'aeroporto Adolfo Suarez-Madrid Barajas deserto a causa delle restrizioni Covid. EPA/EMILIO NARANJO

BRUXELLES. – Il ritorno alla libertà di viaggiare. Ad un anno dall’esplosione della pandemia, e di fronte alla minaccia di una nuova ondata del virus, spinto dalle varianti, la Commissione europea accelera sul pass vaccinale Covid: la proposta sarà presentata il 17 marzo, accendendo la speranza negli europei di una vacanza estiva.

Al di là dei termini burocratici, l’annuncio di Ursula Von der Leyen, al lavoro su una proposta legislativa per uno strumento digitale e interoperabile che consentirà di varcare le frontiere per turismo nell’estate ormai vicina, porta sollievo tra gli europei fiaccati da un annus horribilis e la prospettiva, per tanti imprenditori, di una boccata di ossigeno.

Per evitare discriminazioni, oltre ai dati su eventuali somministrazioni, il Qr a portata di cellulare conterrà quelli dei test effettuati o delle immunizzazioni acquisite a seguito della malattia. E verrà concepito nel pieno rispetto della protezione della privacy, anche se il Garante italiano già parla della necessità di una legge nazionale.

Il pacchetto normativo, che secondo le indicazioni del  vicepresidente comunitario Margaritis Schinas avrà valore legale sulla base di quella parte dei Trattati che regola la libera circolazione nell’Unione, finirà sul tavolo dei leader al vertice del 25 marzo. Dopo si dovrebbe passare già alla fase attuativa, “per un’uscita in sicurezza, a 27, dalle limitazioni”. A causa del lavoro tecnico, sarà comunque necessario attendere tre mesi, all’incirca fino a giugno, e per far sì che il meccanismo sia ben oliato anche gli Stati membri dovranno darsi da fare.

In parallelo Bruxelles punta a lavorare con organismiinternazionali come Oms, Ocse e Iata per far sì che il pass Ue sia riconosciuto oltre i confini del Vecchio continente. E Londra, che sta valutando un’iniziativa similare, ha già fatto sapere di volersi coordinare con l’Unione prima di prendere qualsiasi decisione. Reciprocità ci potrebbe inoltre essere con Israele, il primo ad aver imboccato questa strada.

Intanto esulta il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, e con lui il greco Kyriakos Mitsotakis, padre dell’iniziativa. Nelle ultime settimane il premier ellenico si è impegnato a fondo per mettere insieme un fronte di almeno di una dozzina di leader “like minded”, dall’Estonia alla Croazia, per fare pressing in Consiglio e sbloccare le resistenze di Angela Merkel e Emmanuel Macron, convincendo che il pass si può fare, in completa sicurezza sanitaria, e che occorre prepararsi ora in vista dell’estate evitando che le Big tech facciano da sole riempiendo il vuoto lasciato dai 27.

Nei mesi di transizione le misure di contenimento dovranno comunque restare in vigore e le cancellerie europee essere pronte a gestire con velocità le dosi di vaccino, che inizieranno ad affluire con crescente intensità, ha avvertito la responsabile Ue alla Salute, Stella Kyriakides, che ha sollecitato: “Nessuna fiala dovrà restare inutilizzata”, ribadendo l’obiettivo di immunizzare il 70% di europei entro fine settembre.

“Ci sarà siero a sufficienza”, ha incalzato la cipriota, promettendo che l’Agenzia europea del farmaco snellirà le procedure amministrative per via libera più rapidi, mentre la task force guidata da Breton approfondirà il lavoro per accrescere la capacità produttiva. E a chi dipinge un’Europa sprovveduta, Bruxelles risponde: “La strategia dei vaccini è un successo”.

(di Patrizia Antonini/ANSA)

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