A Berlino si potrà ripete l’anno. Ira dei presidi

Studenti con mascherine in una scuola tedesca.
Studenti con mascherine in una scuola tedesca. (Ansa)

BERLINO. – Formazione “à la carte” nella città di Berlino: è questa l’idea trovata dalla capitale tedesca per superare la débacle formativa di questo anno horribilis targato covid-19. Gli alunni che lo vorranno potranno ripetere l’anno scolastico 2020-21 e colmare così le loro lacune formative in modo del tutto facoltativo. Lo ha deciso il parlamento cittadino di Berlino modificando un regolamento valido solo per il suo Land e scatenando l’ira dei presidi e delle associazioni scolastiche.

Il prossimo anno ai ragazzi che vorranno ripetere l’anno, tra la prima elementare e la seconda liceo, basterà fare compilare dai genitori una richiesta da consegnare al dirigente scolastico. “Dobbiamo fare qualcosa per compensare i déficit educativi che sono stati creati in un anno di pandemia”, ha detto il membro della Commissione istruzione Dirk Stettner. Poco importa che i problemi organizzativi e formativi siano scaricati verso il basso, sui presidi che si troveranno a gestire un caos nella gestione e sulle famiglie. Diverse associazioni dei dirigenti scolastici hanno infatti protestato, lanciando un allarme su “una catastrofe nell’organizzazione scolastica”, con classi strapiene, mancanza di personale e una precaria situazione di spazi.

Il partito della Linke, al governo della città insieme a socialdemocratici e Verdi, difende il provvedimento dicendo che una misura simile non ha bisogno alle spalle di grande organizzazione. In Turingia è stato approvato negli anni passati e non ha avuto un’utilizzazione di massa. La questione è in ogni caso affrontata sotto un profilo unicamente organizzativo.

Nessun accenno ai problemi che comporta ripetere un anno, o alle ragioni che stanno provocando da tre mesi una didattica a distanza lacunosa e inefficiente, anche sul piano delle piattaforme digitali. Un’organizzazione scolastica a macchia di leopardo, frammentata scuola per scuola e affidata al buon cuore e all’energia di professori e dirigenti scolastici sembra preoccupare pochi. E’ tempo “che si riparli del tema formazione dopo che sarà passato il coronavirus” commenta la portavoce dell’Istruzione Maja Lasic.

(di Uski Audino/ANSA)