Il rapporto Usa su Khashoggi: “bin Salman fu coinvolto”

Primo piano dell'estinto Jamal Khashoggi con la kefiah in testa.
Il giornalista ex direttore del giornale saudita Al-Watan, Jamal Khashoggi, ucciso da un commando saudita. EPA/ALI HAIDER

WASHINGTON. – Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman è coinvolto nell’agghiacciante uccisione del giornalista dissidente del Washington Post Jamal Khashoggi. É la conclusione dell’esplosivo rapporto degli 007 americani, atteso per giovedì, secondo le anticipazioni di Axios.

“Il rapporto, un documento non classificato prodotto dalla direzione della National Intelligence e atteso per domani, implica che il principe ereditario Mohammed bin Salman sia coinvolto nell’omicidio e nello smembramento di Khashoggi nel consolato saudita a Istanbul nel 2018”, scrive il sito citando una fonte protetta dall’anonimato. Era stata la stessa  Avril Haines, nella sua audizione di conferma al Senato come prima donna alla guida della National Intelligence, ad impegnarsi nella diffusione del rapporto: “Sì, senatore, seguiremo la legge”, aveva risposto ad una domanda.

L’intelligence americana aveva già raggiunto in passato una convinzione di “livello medio alto” sull’implicazione del controverso principe saudita (ritenendolo il mandante) ma non aveva diffuso alcun documento ufficiale, mentre Donald Trump  aveva fatto di tutto per salvare l’immagine di bin Salman dopo averlo scelto come suo principale alleato nella regione mediorientale, insieme ad Israele.

Mbs ha sempre negato ogni coinvolgimento ma ha accettato la responsabilità come leader de facto del Paese, pur sempre senza alcuna grave conseguenza. Ora però rischia un altro danno d’immagine e di non essere più un interlocutore della Casa Bianca. Joe Biden infatti intende tenere i rapporti non con lui ma con il padre, l’85enne re Salman, che dovrebbe chiamare a breve per la prima volta informandolo preventivamente dell’imbarazzante rapporto degli 007 Usa. “E’ lui la sua controparte”, ha sottolineato la Casa Bianca confermando la pubblicazione del rapporto.

Del resto il presidente americano ha già detto di voler ricalibrare le relazioni con Riad, dalla riapertura all’accordo sul nucleare iraniano allo stop del sostegno ai sauditi nella guerra in Yemen. Senza cedimenti sui diritti umani. Durante la campagna elettorale, Biden aveva accusato apertamente bin Salman di aver ucciso Khashoggi, promettendo in caso di vittoria che non avrebbe venduto armi ai sauditi e che li avrebbe resi “i paria che sono”.

Ora bisognerà vedere quali conseguenze avrà la conclusione degli 007 Usa. Jake Sullivan, il consigliere per la sicurezza nazionale, ha detto la scorsa settimana in un’intervista alla Cnn che l’amministrazione intende accompagnare la diffusione del rapporto con “un’ulteriore risposta” contro gli individui  ritenuti responsabili dell’omicidio, senza ulteriori dettagli.

Gli attivisti per i diritti umani e i dissidenti sauditi premono per nuove sanzioni. Ma secondo gli esperti è poco probabile che prendano di mira il principe. E anche se Biden volesse sfidarlo, notano alcuni analisti, non è chiaro chi potrebbe prenderne il posto dopo che Mbs ha ridotto al silenzio o alla prigione gran parte dei suoi rivali politici.

Ma il presidente intende mettere fine all’abbraccio ai despoti del suo predecessore e tenere alta la bandiera del rispetto della democrazia. Come segnala anche la decisione di candidare gli Usa per un seggio nel Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, abbandonato da Donald Trump. “Gli Stati Uniti sono impegnati per un mondo i cui i diritti umani sono protetti, i loro difensori sono celebrati e quelli che commettono abusi sono chiamati a rispondere delle loro responsabilità”, ha spiegato il segretario di stato Antony Blinken.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)