Teheran torna a sperare: “Ora via le sanzioni”

L'Ayatollah Ali Khamenei
L'Ayatollah Ali Khamenei, Guida suprema dell'Iran. EPA/LEADER OFFICIAL WEBSITE

ISTANBUL.  – L’Iran è pronto a fare la sua parte per rilanciare l’accordo sul nucleare, ma solo dopo che gli Stati Uniti avranno revocato le sanzioni imposte da Donald Trump. Mentre da Washington arrivano le prime aperture verso un ritorno al tavolo negoziale, Teheran ribadisce la sua linea, che la Guida suprema Ali Khamenei indica oggi come la “política definitiva della Repubblica islamica”.

Nessun passo indietro, dunque, sul prossimo strappo annunciato, le limitazioni alle ispezioni dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) nelle strutture con sospette attività nucleari non dichiarate, compresi siti militari. Una misura in vigore da martedì, secondo quanto stabilito dal Parlamento iraniano, se entro domenica le sanzioni non verranno tolte.

Dopo l’appello congiunto di Usa, Francia, Germania e Gran Bretagna, che hanno parlato di una “decisione pericolosa”, domani sbarcherà a Teheran il direttore generale dell’Aiea, l’argentino Rafael Grossi. Una missione in extremis per tentare una mediazione, chiedendo un rinvio o almeno alcune deroghe, per non rischiare di compromettere il dialogo.

“È l’Iran la parte che ha il diritto di dettare condizioni per la prosecuzione” dell’intesa nucleare, “e la condizione è che se vogliono che l’Iran ritorni ai suoi obblighi, gli Stati Uniti devono prima revocare interamente le sanzioni e non solo sulla carta, ma nella pratica”, ha scandito oggi l’ayatollah Khamenei. “Se ci renderemo conto che le sanzioni sono state tolte, allora anche noi torneremo a rispettare gli impegni”, ha assicurato la massima autorità di Teheran.

Del resto, la linea era già stata ribadita con forza dal ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif, secondo cui l’Iran “ritirerà subito le sue misure ritorsive” se gli Usa elimineranno “incondizionatamente e in modo effettivo” tutte le sanzioni “imposte, re-imposte e rimarcate” da Donald Trump. “I gesti vanno bene. Ma per rilanciare il 5+1, gli Stati Uniti devono agire”, ha rincarato il portavoce della diplomazia di Teheran, Saeed Kathibzadeh.

In questo quadro, crescono le pressioni internazionali sul presidente Rohani, che dopo le elezioni di giugno dovrà comunque lasciare l’incarico. Dopo il colloquio avuto ieri con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, oggi è la Germania a rinnovare “l’appello a Teheran affinché non proceda alle limitazioni delle ispezioni dell’Aiea”, lasciando così alla cancelliera Angela Merkel lo spazio per mediare con Washington.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

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