La riforma di Biden, svolta per milioni di immigrati

Joe Biden, presidente degli Stati Uniti.
Joe Biden, presidente degli Stati Uniti. ANSA/EPA

WASHINGTON. – Green card subito e cittadinanza in tre anni per 700 mila dreamer, lavoratori agricoli e persone con uno status di protezione temporanea. Per altri 11 milioni di clandestini la strada per la regolarizzazione sarà invece di otto anni. Sono i due binari principali del progetto di legge dell’amministrazione Biden, svelato oggi al Congresso, per un’ampia e “più umana” reforma sull’immigrazione.

Una mossa che segue la raffica di ordini esecutivi per rottamare l’eredità di Donald Trump anche in questo campo: dal muro al confine sud al bando contro i Paesi musulmani, dalla separazione delle famiglie dei migranti al blocco in Messico dei richiedenti asilo. Tra i dettagli significativi anche la cancellazione dalle leggi in materia della parola “alien” per sostituirla con “noncitizen”.

Il “Citizenship Act”, come è stato battezzato, è il primo importante sforzo di dare cittadinanza agli immigrati senza documentazione in quasi 35 anni, dopo l’amnistia con cui nel 1986 Ronald Reagan legalizzò circa 3 milioni di irregolari. Nel 2013 invece la riforma approvata dal Senato naufragò alla Camera. “Era un impegno preso dal presidente sin dal primo giorno e questa è la sua visione di quello che è necessario fare per correggere il sistema”, ha spiegato la Casa Bianca.

Sarà un altro banco di prova di quella riconciliazione e di quello spirito bipartisan auspicati da Biden. Ma la strada è in salita in un Congresso ancora fortemente polarizzato, dove la maggioranza dem alla Camera ha un margine di soli cinque voti e mal Senato si ferma a quota 50, 10 in meno del quorum necesario per approvare il provvedimento.

Biden ha voluto affidare simbolicamente a due figli di immigrati la presentazione del provvedimento in parlamento: la deputata Linda Sanchez, sesta di sette figli allevati da immigrati messicani in California, e il senatore Bob Menendez, figlio di esuli cubani. “Siamo qui perchè lo scorso novembre 80 milioni di americani hanno votato contro Trump e tutto quello che ha fatto”, ha spiegato Menendez. “Hanno votato per far tornare il buon senso, la compassione, la competenza al governo e parte di questo mandato è sistemare il nostro sistema migratorio, che è un pilastro dell’odioso horror show di Trump”, ha aggiunto.

La proposta di legge prevede un iter di regolarizzazione più breve per i dreamer, ossia gli immigrati arrivati in Usa da minorenni al seguito di genitori clandestini, nonchè per i braccianti e per chi gode di una protezione temporanea: potranno chiedere immediatamente la “carta verde” e, dopo tre anni, la cittadinanza. Altri 11 milioni di irregolari dovranno attendere invece 8 anni: nei primi cinque potranno vivere e lavorare negli Usa, quindi avranno diritto di chiedere la ‘green card’ e dopo altri tre anni il traguardo più ambito. Tutti però dovranno superare i controlli sui loro precedenti (background checks), pagare le tasse e dimostrare di essere negli Stati Uniti dal primo gennaio di quest’anno: una mossa quest’ultima per scoraggiare nuove ondate migratorie al confine col Messico.

Ma il progetto di riforma va oltre. Tra le novità l’abolizione delle restrizioni di tipo familiare, per agevolare i ricongiungimenti di coniugi e figli, e l’aumento dei visti di lavoro, con sanzioni più severe per chi sfrutta la manodopera irregolare. La Casa Bianca propone poi di investire 4 miliardi di dollari in 4 anni nelle economie dei Paesi dell’America centrale nella speranza di prevenire esodi di massa.

Previsti anche più giudici per smaltire le domande di asilo, e più mezzi tecnologici al confine per combattere i trafficanti di droga e di essere umani. Per ora i repubblicani hanno segnalato scarso sostegno all’approccio di Biden. “Una amnistia generale”, l’ha definito il senatore Marco Rubio.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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