I passaporti per i vaccinati dividono l’Ue

Una confezione con le fiale del vaccino Moderna
Una confezione con le fiale del vaccino Moderna. (Photo by Joseph Prezioso / AFP)

ROMA.  – Le campagne di vaccinazione contro il coronavirus sono appena iniziate in Europa ma i governi sono già divisi sui “corona-pass”, documenti che attestino l’avvenuta immunizzazione e facilitino gli spostamenti di chi li possiede durante le vacanze primaverili ed estive. Alcuni ne hanno annunciato il lancio, mentre altri sono contrari e preferiscono aspettare di testare l’efficacia dei vaccini.

I più favorevoli ai passaporti per vaccinati sono i Paesi nord europei e quelli preferiti dai turisti come Spagna, Grecia, Italia e Islanda, che non fa parte dell’Ue ma rientra nell’area Schengen e che negli ultimi anni grazie al successo della serie “Il trono di Spade”, ha avuto un boom di visitatori. Qui i “passaporti per vaccinati” sono già in uso da fine gennaio e risparmiano, a chi li presenta all’arrivo, il test per il Covid.

Anche l’Ungheria ha annunciato l’emissione a breve di documenti che certifichino la vaccinazione, la guarigione al coronavirus o la presenza di anticorpi nel sangue. Un progetto simile è stato lanciato in questi giorni in Estonia, in collaborazione con l’Oms. Saranno esentati dalla quarantena tutti quei viaggiatori che mostreranno all’arrivo nel Paese un certificato di vaccinazione oppure un test sierologico.

Vicini all’introduzione del “corona-pass” anche Danimarca e Svezia che intendono utilizzarlo non soltanto per viaggiare ma anche a livello locale per ristoranti, concerti ed eventi culturali in genere. Dopo aver proposto alla Commissione europea di creare un “passaporto Ue”, la Grecia si è mossa autonomamente stringendo un accordo con Israele che permette ai cittadini già vaccinati di viaggiare liberamente nei due Paesi.

Contrari o quantomeno attendisti, Francia, Belgio e Germania. Per il ministro della Salute francese, Olivier Veran, è ancora troppo presto. “Non sono stati tutti vaccinati e non sappiamo se il vaccino impedisca il contagio”, ha detto invitando a riprendere la discussione in Europa “tra qualche mese”. La ministra degli Esteri e vice premier belga Sophie Wilmès ha parlato del rischio “discriminazione” dal momento che non c’è “accesso universale ai vaccini”.

La Germania non intende autorizzare a livello statale l’alleggerimento o l’annullamento delle sanzioni per chi possiede un “corona-pass” ma non lo esclude nel settore privato. “Se un ristoratore vuole proporre un’offerta ai possessori di un passaporto vaccinale non possiamo impedirglielo”, ha dichiarato la ministra della Giustizia, Christine Lambrecht.

La Polonia non pensa per il momento di lanciare certificati per vaccinati ma ha creato un’app dove chi è stato immunizzato dal coronavirus può registrarsi e così evitare la quarantena all’arrivo nel Paese.

(di Benedetta Guerrera/ANSA)