Argentina: sospesi 400 agenti in provincia di Buenos Aires

Poliziotti di Buenos Aires protestano davanti la residenza presidenziale
La protesta della polizia di Buenos Aires nello scorso mese di settembre. (Ansalatina)

BUENOS AIRES.  – Oltre 400 agenti di polizia della provincia di Buenos Aires sono stati sospesi dal servicio per aver partecipato nel settembre 2020 ad una protesta per rivendicare miglioramenti salariali, giungendo anche a circondare, con i veicoli e le armi di servizio, la residenza presidenziale di Olivos.

Il provvedimento, riferisce l’agenzia di stampa Telam, è stato firmato dal ministro per la Sicurezza della provincia, Sergio Berni, e dispone la sospensione dall’attività per sei mesi degli agenti, la riconsegna delle pistole di ordinanza, e la riduzione dello stipendio del 50%, mentre continuerà l’inchiesta che potrebbe portare perfino al loro licenziamento.

Fonti ministeriali hanno precisato che nel complesso i poliziotti che sono sotto inchiesta per avere preso parte alla protesta sono 1.800, di cui fanno parte i 400 attualmente sospesi dal servizio.

Si tratta, hanno aggiunto, di un’indagine che riguarda “gravissime mancanze amministrative”, perché gli agenti “utilizzarono in orario di servizio veicoli ufficiali per manifestare le loro rivendicazioni salariali”.

La protesta terminò quando il governatore provinciale, Axel Kiciloff, ottenne fondi dal governo centrale con cui aumentò le remunerazioni ed i benefici sociali spettanti ai membri della polizia, conosciuta come la ‘Bonaerense’.

I media argentini sottolineano oggi che il duro provvedimento è stato annunciato nell’imminenza di una nuova protesta convocata per domani attraverso le reti sociali e sostenuta dal non riconosciuto Sindacato degli agenti della Bonaerense (Sipoba).

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