Coronavirus in Italia: 10.630 casi e 422 decessi, la situazione peggiora

Coronavirus in Italia: esperti chiedono misure severe
Coronavirus in Italia: esperti chiedono misure severe. (ANSA)

ROMA. – L’epidemia di Covid-19 in Italia comincia a dare i primi segnali di un peggioramento perché, al di là dell’aggiornamento quotidiano dei numeri, le analisi settimanali indicano che, se la situazione è tornata ai livelli di ottobre grazie alle misure di contenimento, la sua evoluzione “è in chiaro peggioramento” e secondo gli esperti richiederebbe misure di contenimento più severe.

Lo indicano, per esempio, le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac). Di situazione in stallo, nella quale la circolazione delle varianti potrebbe avere un effetto dirompente parla il fisico Enzo Marinari, dell’Univerità sapienza di Roma,

I dati del ministero della Salute indicano che nelle ultime 24 ore i nuovi casi positivi sono stati 10.630, ossia il 33% in più rispetto ai 7.970 del giorno precedente. Considerando che sono stati eseguiti complessivamente 274.263 tamponi, sommando molecolari e antigenici rapidi, il tasso di positività è sceso al 3,9% contro il 5,5% del giorno precedente, quando erano stati eseguiti 130.000 tamponi in meno.

La situazione è però molto diversa considerando il rapporto fra i nuovi casi positivi e i soli tamponi molecolari, osserva Sebastiani. “In questo caso il tasso di positività non si riduce e l’analisi della variazione settimanale mostra che la percentuale dei casi positivi sui tamponi molecolari è in aumento”.

Anche secondo Marinari “il tasso di positività calcolato considerando la somma di tamponi rapidi e molecolari alla fine non si rivela un ottimo indicatore per capre la situazione”. I tamponi rapidi riescono infatti a individuare soltanto i casi nei quali la carica virale è molto elevata. Anche per questo, rileva Marinari, “oggi ci perdiamo il doppio dei positivi rispetto al momento del secondo picco: questo vuol dire che il tracciamento è finito e che non stiamo più cercando i casi asintomatici”.

L’impressione allora, prosegue il fisico, è che “per capire bene la situazione conviene considerare i numeri relativi ai ricoveri nelle unità di terapia intensiva e ai decessi”.

Sono numeri ancora alti, come indicano i 422 decessi registrati in 24 ore: il 38% in più rispetto ai 307 del giorno precedente. Elevato anche il numero di pazienti Covid in terapia intensiva: sono 2.143, esattamente lo stesso numero rispetto al giorno precedente e gli ingressi registrati in un giorno sono stati 146. “La tendenza che emerge – osserva Sebastiani – è che stanno scendendo sempre più lentamente”.

Leggera la variazione relativa ai ricoveri nei reparti Covid, che con 15 unità in più rispetto al giorno precedente raggiungono il totale di 19.512. Fra le regioni, la Lombardia continua a registrare il maggiore incremento dei casi in 24 ore, con 1.625, seguita da Campania (1.625), Emilia Romagna (977) e Lazio (847).

E’ una situazione difficile, secondo Marinari, nella quale “si può rischiare di esplodere per almeno due fattori: il primo riguarda alcune realtà locali, come quelle di Bolzano e Perugia, e l’altro è il problema delle varianti”.

Anche per Sebastiani la scommessa è capire quale andamento potrà prendere adesso la curva epidemica, ma secondo l’esperto “con 17 regioni-province autonome in giallo, i fenomeni da ‘liberi tutti’ dello scorso fine settimana, la diffusione delle nuove varianti con più alta trasmissibilità e le condizioni ideali in questo periodo dell’anno per la circolazione del virus, è molto probabile che la traiettoria evolverà verso un aumento contemporaneo dei positivi e dei decessi”.

(di Enrica Battifoglia/ANSA)

Lascia un commento