Recovery, critiche da Bankitalia e Upb: é frammentato

Sede principale della Banca d'Italia nel Palazzo Koch a Roma. (ANSA)

ROMA.  – Bisogna lavorare ancora molto sul Piano nazionale per la ripresa e la resilienza perché possa dare i risultati auspicati in termini di crescita del Pil e di rilancio complessivo del Paese: è quanto emerso oggi dalle audizioni alla Commissione Bilancio del Senato  della Corte dei Conti, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio e Bankitalia che in particolare ha sottolineato la necessità di fare le riforme a partire da quella del lavoro.

Secondo l’Upb a fine piano, nel 2026, l’utilizzo delle risorse del Next generation Eu potrebbe innalzare il Pil italiano di 2,5 punti, mezzo punto in meno di quanto previsto da Piano presentato dal Governo. Bankitalia indica invece una crescita di 2 punti al 2024.

Nell’insieme, le risorse complessive dedicate alle missioni del PNRR nel periodo 2021-26 – calcola l’Upb – ammontano a 311,9 miliardi, 87 dei quali da Fondi non Next generation Eu. Dei 209 miliardi di Next generation Ue 81,9 miliardi sono sovvenzioni, 87,5 prestiti sostitutivi e 40,1 prestiti aggiuntivi.

Ma al di là delle cifre dalle authority arrivano critiche decise. In particolare l’Ufficio parlamentare di bilancio segnala “la frammentazione eccessiva” delle iniziative che “rischia di diluire le potenzialità del Piano di incidere in modo strutturale sulla realtà del Paese con una dispersione di risorse che potrebbe non consentire di realizzare gli obiettivi di policy dichiarati”.  Sarebbe utile secondo l’Upb “rinunciare a qualche intervento per concentrare le risorse su un numero minore di priorità ed avere un impatto visibile”.

Le “criticità”, aggiunge l’autority, sono anche nella mancanza di dettagli dei singoli investimenti e dei tempi di realizzazione, nel fatto che il documento è disomogeneo e anche che, tenuto conto della necessità di accelerare la realizzazione, non sembra esserci adeguata attenzione “a nuovi strumenti per contrastare efficacemente infiltrazioni criminali, frodi ed episodi corruttivi”

E mentre la presidente della Bce, Christine Lagarde si dice convinta che il Next generation Ue “se attuato come pianificato” può “rafforzare la crescita anche a partire da quest’anno” Bankitalia ricorda che in Italia gli effetti saranno “tanto maggiori quanto più sarà efficiente l’impiego delle risorse”.

“Serve una netta discontinuità con il passato – ha detto il Capo del Servizio Struttura economica della Banca d’Italia, Fabrizio Balassone – una struttura di governo degli interventi adeguata alla complessità del sistema. Le maggiori risorse rese disponibili dal programma europeo a condizioni vantaggiose – ha ricordato-  andranno comunque restituite. Se non saranno impiegate in maniera produttiva i problemi del Paese non saranno alleviati ma accresciuti da maggiore indebitamento”.

La Corte dei Conti ha invece acceso un faro sul debito sostenendo che sarà “arduo” rientrare dal 160% del Pil e ha affermato la necessità di un “lavoro intenso” sul piano per poter rispettare la scadenza ultima del 30 aprile.

In particolare ha sostenuto la necessità di concentrare le risorse sugli investimenti segnalando che quella per la spesa corrente potrebbe “debordare” dal 30% previsto dal documento presentato.

La chiave saranno le riforme a partire da un rafforzamento delle politiche attive del lavoro ancora deficitarie e l’istruzione in un Paese che ha tra i più bassi tassi di istruzione terziaria in Europa e i tassi più alti di dispersione scolastica.

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