A Milano riapre il Cenacolo, poi tocca al Duomo

I primi visitatori alla riapertura al pubblico del Cenacolo Vinciano dopo la chiusura per il lockdown causato dal coronavirus Covid-19
I primi visitatori alla riapertura al pubblico del Cenacolo Vinciano dopo la chiusura per il lockdown causato dal coronavirus Covid-19, Milano, 9 giugno 2020. Ansa/Matteo Corner

MILANO. – Prevendite su base settimanale, rispetto ai mesi di attesa dell’epoca pre Covid, ticket acquistabili direttamente in biglietteria, 12 visitatori ammessi per volta, quando fino ad un anno fa erano 35. Da domani si potrà tornare ad ammirare L’ultima Cena, il capolavoro di Leonardo da Vinci. “Un lato positivo ce lo offre questa situazione: è stata abbattuta la leggendaria inaccessibilità al Cenacolo”, ha detto la direttrice dei Musei statali lombardi, Emanuela Daffra.

E dall’11 ricominceranno anche le visite turistiche nel complesso monumentale del Duomo. “Un segno importante – ha annunciato Fedele Confalonieri, presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo – Invitiamo milanesi e lombardi a visitarlo: anche questo è un modo per aiutare Milano a ripartire”.

Momento ideale, quindi, per chi non è mai riuscito ad entrare nel Refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie, dove ogni giorno si formavano lunghe file in attesa, soprattutto di stranieri, o nel Complesso Monumentale del Duomo (per preghiere e confessioni in realtà è sempre aperto), Terrazze comprese.

Per il momento, e fino al 21 febbraio, le visite al Cenacolo saranno dal martedì al venerdì (stessi giorni per il Duomo, dato che le norme vietano l’apertura nel week-end), secondo il solito sistema dei turni (12 visitatori ogni 15 minuti fino al 12 febbraio, per diventare poi 18 dal 16). Ancora più rigide le precauzioni che già in tempi normali erano severissime per evitare il deterioramento dell’affresco, datato fine 1400.

“Il periodo di chiusura non è stato del tutto negativo – ha aggiunto Michela Palazzo, direttrice del Museo del Cenacolo Vinciano – Abbiamo potuto svolgere tanti lavori di manutenzione e metterne in cantiere altri, che altrimenti avrebbero richiesto più tempo”.

Complessivamente tuttavia nel 2020 (anno in cui è rimasto aperto al pubblico da inizio gennaio al 26 febbraio e poi dal 9 giugno a novembre), il Cenacolo ha registrato l’80% di visitatori in meno rispetto al 2019. E le previsioni per quest’anno sono di raggiungere almeno il 40% dell’epoca pre Covid.

I futuri interventi, sia con fondi Mibact che con il sostegno di soggetti privati, avranno come obiettivo sempre quello di controllare lo stato di salute del capolavoro e prevenirne i danni. E’ l’assoluta priorità dal 1999, anno di conclusione dell’intervento ventennale condotto da Pinin Brambilla, la grande restauratrice morta nel dicembre scorso.

Nuove tecnologie permetteranno controlli e ‘diagnosi’ più in profondità, sarà cambiato il sistema di illuminazione e una centrale termica e produzione di energia a pompa di calore, abbasserà le emissioni. Ma se L’Ultima Cena magnetizza tutta l’attenzione dei visitatori, in realtà il Refettorio non è solo Leonardo.

Di fronte al suo capolavoro, c’è la Crocifissione di Donato Montorfano. Nei prossimi mesi sarà avviato anche il restauro, integralmente finanziato dal Mibact, di questo grande affresco, che risale allo stesso periodo del Cenacolo, consentendo al pubblico di osservare l’intervento in corso, anche da una prospettiva ravvicinata.

(di Marisa Alagia/ANSA)

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