Licenziamenti, ristori, Aspi, i dossier urgenti

Un uomo abbassa la serranda del suo locale.
Un uomo abbassa la serranda del suo locale. (ANSA)

ROMA. – La questione più urgente è quella dei licenziamenti: come e quanto prorogare il blocco, su cui lo incalzano i sindacati, è la prima decisione che dovrà prendere il governo Draghi, una delle più delicate mentre il Paese si trova ancora stretto tra la crisi economica e quella sanitaria.

Ma da Aspi a Mps, dal destino di Alitalia a quello dell’ex Ilva, non mancano i dossier finanziari e di politica industriale che andranno seguiti passo passo fin da subito.

LICENZIAMENTI E RISTORI, SERVE UN DL: La scadenza di fine marzo per il blocco dei licenziamenti è in cima alle preoccupazioni, citata anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella poco prima di affidare l’incarico per formare il governo all’ex presidente della Bce.

Cgil, Cisl e Uil aspettano una convocazione ed esprimono tutta la loro preoccupazione, dopo aver paventato il rischio di “bomba sociale” se non si penserà per tempo ad adeguate protezioni dei posti di lavoro.  Il governo uscente già aveva aperto a una possibile proroga, anche se mirata ai settori in difficoltà, accompagnata da nuove settimane di Cig Covid. I

l lavoro técnico sui Ristori continua al Mef anche in queste ore in modo da fare presto una volta superata la crisi. Il pacchetto di nuovi aiuti potrà sfruttare i 32 miliardi di extradeficit già autorizzati dalle Camere come ultimo atto prima della caduta di Conte, e potrebbe trasformarsi nel primo decreto legge del nuovo governo Draghi.

RECOVERY E RIFORME, DA IRPEF A QUOTA 100: Superata la prima prova dei Ristori il nuovo esecutivo dovrà, in parallelo, rimettere mano al Recovery Plan e iniziare a delineare il percorso di alcune riforme, essenziali per incassare i fondi europei.

Il piano finora punta tutto su giustizia e pubblica amministrazione, ma il governo Conte aveva promesso – finanziato in manovra con 8 miliardi complessivi – anche la reforma dell’Irpef. Il timing prevedeva legge delega entro l’estate, decreti attuativi in autunno e nuovo sistema, con annesso taglio delle tasse per il ceto medio, a partire dal 2022.

Gli alleati giallorossi, però, non avevano ancora trovato una sintesi, salvo l’accordo – esteso a tutte le forze in Parlamento – per l’avvio da luglio dell’assegno unico.

Ma il vero nodo su cui si rischierà di ballare sarà la riforma delle pensioni, tanto più se attorno a Draghi si dovesse coagulare quella che viene definita “maggioranza Ursula” magari con anche la Lega dentro, o quantomeno non ostile.

La sperimentazione di quota 100 si esaurisce con la fine dell’anno e senza interventi nel 2022 ci sarebbe uno “scalone” molto ripido, di 5 anni.

DA ASPI A RETE UNICA, TUTTE LE PARTITE DI CDP: Altro dossier spinoso quello di Aspi con l’uscita dei Benetton e l’ingresso di Cdp. Domani il cda di Atlantia deciderà come procedere dopo la nuova richiesta di tempo, fino alla fine di febbraio, da parte del consorzio guidato dalla cassa per finalizzare l’offerta definitiva per Autostrade.

Sul dossier si è acceso anche il faro di Bruxelles che ha chiesto all’Italia di chiarire le norme sulle concessioni inserite nel Milleproroghe dello scorso anno. Lo snodo europeo è quello che va superato anche per la nuova Alitalia-Ita, con l’ipotesi di un nuovo bando di gara in arrivo che allungherebbe i tempi con i conseguenti timori per gli stipendi della vecchia compagnia commissariata se non arriveranno al più presto almeno i Ristori.

Ha già ottenuto l’ok di Bruxelles, e quindi si presenta almeno per il momento meno complesso, il piano per l’ingresso pubblico nella ex Ilva, con l’assemblea di Arcelor Mittal Italia che a breve dovrebbe varare l’aumento di capitale da 400 milioni riservato ad Invitalia. Negoziato ancora in corso e tempi lunghi, invece, per la rete unica, legata al riassetto di Open Fiber.

Infine un dossier che Draghi conosce molto bene, quello di Mps: la banca ha presentato alla Bce un piano di ricapitalizzazione da 2,5 miliardi e cerca un partner per consentire l’uscita dello Stato. C’è tempo, in teoria, fino alla fine dell’anno.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

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