Capitan Tom s’arrende al Covid, addio a eroe pandemia

il veterano centenario della II Guerra Mondiale "Capotán Tom".
il veterano centenario della II Guerra Mondiale "Capotán Tom". (Ansalatina)

LONDRA.  – É morto combattendo, come aveva vissuto. Il Regno Unito dice addio a Tom Moore, “captain Tom” per tutti i britannici, il veterano centenario della II Guerra Mondiale capace d’ispirare speranza contro la pandemia in un Paese flagellato da un numero di morti senza pari in Europa.

Capace di affrontare in piedi, con piglio da vecchio soldato, anche la sfida del coronavirus e di suscitare l’anno scorso con l’esempio della sua semplicità una solidarietà da record fra i connazionali, un’inattesa raccolta milionaria di fondi per gli ospedali destinata a rimanere negli annali.

Salutato dall’omaggio e dall’onore delle armi di un intero Paese, con la regina Elisabetta e il primo ministro Boris Johnson in testa, Moore si è arreso alla fine proprio al Covid, che lo aveva risparmiato nei mesi della prima ondata; ma non gli ha dato scampo nel nuovo assalto di queste settimane alimentato dall’aggressiva “variante inglese” del virus.

Contagiato sotto forma di polmonite, ha resistito a casa per alcune settimane, senza poter essere vaccinato a causa dei medicinali che era costretto ad assumere. Fino a che anche il suo fisico temprato a tutto ha detto basta. Ricoverato domenica nel Bradford Hospital, è spirato oggi, come reso noto con composto dolore dalle figlie Hannah e Lucy.

“É con profonda tristezza che annunciamo la morte del nostro amato padre, il Capitano Sir Tom Moore”, hanno scritto, ringraziando i medici per aver avuto il privilegio in tempi di lockdown di essere autorizzate a stargli vicino – di presenza o in video – negli ultimi momenti, in modo da “ricordare la nostra meravigliosa madre, la nostra infanzia, per ridere e piangere ancora una volta con lui”.

Del padre, Hannah e Lucy richiamano poi “la vita straordinaria”, ma non senza domandare con grazia, ora, il rispetto di quella “intimità necessaria alla famiglia a custodire nella memoria “i suoi 100 splendidi anni”.

Anni di eroismo sui campi di battaglia dell’India e della Birmania, durante il secondo conflitto mondiale. Ma anche di lavoro, di quiete domestica, di dignità “old british” nel succedersi delle stagioni. Fino alla sfida della pandemia, quando 99enne, nel pieno del primo lockdown della primaverascorsa, “captain Tom” aveva deciso di lanciare un gagliardo appello attraverso Internet, con l’aiuto dei nipoti: lui avrebbe compiuto 100 giri attorno al suo giardino nel Bedfordshire inglese, con il solo aiuto del deambulatore, prima di spegnere le sue cento candeline il 30 aprile 2020; la gente da casa avrebbe risposto contribuendo con piccole offerte individuali a un servizio sanitario pubblico (Nhs) in cui medici e infermieri si affannavano allo stremo.

Sperava, con modestia esemplare, di raccogliere un migliaio di sterline: scatenò un’impensabile cascata d’ammirazione ed emulazione tale da farne affluire in poche settimane 33 milioni. Cui sarebbero seguite nei mesi successivi altre generose iniziative di beneficenza.

Decorato di persona in estate dalla regina nel castello di Windsor col cavalierato e il titolo di sir, promosso colonnello della riserva, Moore aveva accolto quei riconoscimenti a capo chino, come un onore. “É il giorno più bello della mia vita”, aveva mormorato.

Oggi Sua Maestà, figlia della guerra come lui e giusto 6 anni più giovane, non ha mancato d’inviare alle sue figlie un messaggio privato di cordoglio per indicarlo ancora come un esempio e una “fonte d’ispirazione”. Oltre che per dirgli – all’unisono con politici di ogni colore, personalità celebri, gente comune, e soprattutto con i vertici dell’Nhs – un’ultima volta “grazie”.

(di Alessandro Logroscino/ANSA)