Biden prepara la svolta su Cuba e il disgelo con l’Iran

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

WASHINGTON.  – Joe Biden prepara la svolta su Cuba e l’Iran. Il duplice obiettivo è quello di rottamare súbito gran parte delle sanzioni imposte a L’Avana da Donald Trump e di riallacciare al più presto il dialogo con Teheran dopo quattro anni di muro contro muro.

Prima ancora di Cina, Russia, Medio Oriente e Corea del Nord, sarebbero queste le due priorità di politica estera che la nuova amministrazione statunitense vorrebbe affrontare in tempi stretti. Così la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, nelle ultime ore ha annunciato che presto sarà resa nota la nuova linea verso il regime cubano.

Mentre il neo segretario di Stato Anthony Blinken ha nominato il nuovo inviato Usa nella Repubblica degli ayatollah, quel Robert Malley che è stato uno degli architetti della storica intesa sul programma nucleare iraniano del 2015.

É però un compito durissimo quello che attende il nuovo capo della diplomazia americana. Non sarà facile infatti tornare e proseguire sulla strada imboccata nell’era Obama dopo le ferite inferte alle relazioni internazionali da quattro anni di America First.

Su Cuba, oltre alle gravissime conseguenze economiche legate alla pandemia (per l’isola si tratta della più grave crisi dal collasso dell’Urss), a complicare le cose è uno degli ultimi atti dell’ex presidente americano, che ha deciso di reinserire lo stato caraibico nella lista nera dei Paesi che sponsorizzano il terrorismo.  Black list dalla quale Cuba era stata depennata da Barack Obama nel 2015. Ma il sostegno dato dall’Avana al regime di Nicolas Maduro in Venezuela non facilita ora una nuova svolta.

Questo potrebbe dunque allungare i tempi per l’azione della nuova amministrazione Biden, che comunque sta già mettendo a punto le prossime mosse: riduzione delle restrizioni sui viaggi e sugli investimenti, allentamento del divieto sull’invio delle rimesse ai familiari da parte dei cubani che risiedono negli Stati Uniti, rafforzamento della presenza diplomática sull’isola. Il punto di approdo finale di una politica di apertura verso L’Avana, auspicano in molti, deve restare la fine del “bloqueo”, l’embargo commerciale, economico e finanziario imposto dagli Usa al regime cubano all’indomani della rivoluzione castrista e ancora in vigore.

Ma prima di arrivare a ciò bisognerà che cessino le violazioni dei diritti umani che ancora oggi vengono imputate al regime cubano e che non permetteranno al momento l’abolizione totale delle sanzioni.

Capitolo Iran. La nomina come inviato Usa della colomba Malley, che ha prestato servizio nel consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca di Obama, fa ben sperare. Il superesperto nella risoluzione di conflitti internazionali ha infatti guidato la delegazione Usa nei negoziati del 2015 che portarono alla firma dell’intesa tra Teheran da una parte e Usa, Russia, Cina, Francia, Regno Unito e Germania dall’altra.

Lui sarà il tassello più importante di un team ad hoc di esperti creato da Blinken per avviare il disgelo e tornare a dialogare con Teheran. I detrattori e i falchi accusano Malley di avere una linea troppo morbida. Ma il neo segretario di Stato ha già chiarito che nessun ritorno al recente passato sarà possibile se prima l’Iran non riprenderà a rispettare i suoi obblighi, quelli fissati nell’accordo del luglio del 2015.

Solo in quest’ultimo caso potranno essere eliminate le sanzioni reimposte da Trump e si potrà eventualmente intraprendere un negoziato per migliorare l’intesa sul programma nucleare e missilistico di Teheran.

Intanto il nuovo Pentagono guidato dall’ex generale Lloyd Austin lascia intravedere un cambio di rotta anche in Afghanistan. L’accusa ai talebani è di non rispettare gli impegni, proseguendo con le violenze.

Questo potrebbe portare la Casa Bianca di Biden a rivedere la riduzione delle truppe Usa decisa da Trump: “Nessuna decisione è stata ancora presa”, ha affermato comunque il portavoce del Dipartimento della difesa.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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