Francia verso il terzo lockdown, ma Mosca riapre tutto

Un cameriere raccoglie i tavoli in un caffé di Parigi.
Un cameriere raccoglie i tavoli in un caffé di Parigi. (ANSA)

ROMA. – In tutto il mondo ormai è allarme rosso per le varianti del Covid, che si stanno diffondendo in sempre più velocemente. In Europa la Francia sembra ormai rassegnata ad un terzo lockdown, mentre la Germania guida un fronte di rigoristi che chiedono un’ulteriore stretta sui viaggi tra i 27. La Gran Bretagna nel frattempo ha chiuso a 22 Paesi ed il Portogallo ha sospeso i collegamenti con il Brasile.

La variante britannica è già arrivata in 70 Paesi, 10 in più in una settimana, mentre sono 31 quelli dove è stata tracciata la sudafricana, ha rilevato l’Oms nel suo ultimo rapporto: una nuova conferma che queste mutazioni corrono. E, nel peggiore dei casi, potrebbero risultare più mortali del ceppo originario, anche se non ci sono dati definitivi al riguardo.

L’Europa, in particolare, si trova in affanno con le vaccinazioni, tanto che è in atto un duro contenzioso con le aziende farmaceutiche che hanno rallentato la fornitura delle dosi. In questo scenario la stretta alla mobilità viene ritenuta la soluzione più realistica nell’immediato.

A cominciare dalla Francia, dove il governo sta valutando l’opzione più estrema, un “lockdown molto rigido”, che sarebbe il terzo dall’inizio dalla pandemia. Il coprifuoco anticipato alle 18 su tutto il territorio nazionale “non frena in modo sufficiente” la propagazione del Covid, ha spiegato il portavoce dell’esecutivo Gabriel Attal, rilevando che le varianti “si stanno sviluppando a un ritmo importante”.

C’è poi la Germania, in lockdown da oltre un mese, che guarda con preoccupazione ai propri confini, soprattutto quello con la Repubblica Ceca, con percentuali elevatissime di contagi e vittime. Berlino sta chiedendo un inasprimento a livello Ue delle raccomandazioni proposte dalla Commissione sui criteri per definire le aree rosso scuro, ad alto rischio Covid: stretta che porterebbe di fatto a maggiori controlli sanitari ai confini ed una limitazione dei viaggi.

Con i tedeschi ci sono i Paesi del Nord, mentre quelli a vocazione turistica non vedono di buon occhio la blindatura delle frontiere. Una decisione a Bruxelles è attesa per venerdì, anche se sembra escluso un divieto generalizzato di viaggi tra i 27.

Nel frattempo, comunque, si procede in ordine sparso. É il caso del Portogallo, che ha sospeso tutti i collegamenti aerei con il Brasile, per timore della variante rilevata in Sudamerica.

Fuori dall’Ue la Norvegia ha chiuso le frontiere a quasi tutti i non residenti e la Gran Bretagna ha bandito i viaggi con 22 Paesi dell’America Latina e dell’Africa e con il Portogallo.

Residenti e cittadini britannici in rientro da quei Paesi avranno l’obbligo di quarantena in hotel sorvegliati messi a disposizione dal governo. E comunque nell’isola i viaggi per turismo verso qualsiasi destinazione sono di fatto proibiti.

La situazione oltremanica è drammatica, con il record europeo di oltre centomila morti, tanto che il premier Boris Johnson ha escluso una revisione del lockdown prima del 22 febbraio.

Non tutti in Europa soffrono alla stessa maniera, anzi. A Mosca il sindaco Serghei Sobyanin ha annullato tutte le restrizioni anti-Covid: bar e ristoranti potranno restare aperti tutta la notte, persino le discoteche. Un ritorno alla normalità di cui saranno lieti soprattutto i più giovani, nonostante nel resto del Paese i contagi continuino a salire.

(di Luca Mirone/ANSA)

Lascia un commento