A 10 anni in classe con hashish per farsi grande

Un'auto pattuglia della Polizia di Stato.
Un'auto pattuglia della Polizia di Stato. ANSA/UFFICIO STAMPA POLIZIA

SAVONA. – La sorpresa dei compagni della quinta elementare è stata grande quando il loro amico di 10 anni ha mostrato un quadretto di gomma scura dicendo che era droga. I più timorosi sono rimasti spiazzati e si sono allontanati, i più curiosi lo hanno toccato e annusato. Lui, troppo piccolo per rendersi del tutto conto della situazione, era soddisfatto, aveva raggiunto lo scopo, fare colpo sugli amichetti: voleva sentirsi grande.

Ma la notizia è arrivata alle orecchie del genitore di un compagno, poi a un dirigente scolastico ed in breve è scattata una indagine che ha accertato che quel piccolo pezzetto di materiale gommoso era veramente droga, hashish, come ha accertato la polizia. Dal commissariato la segnalazione è arrivata fino al tribunale dei minori e ai servizi sociali, dove il piccolo era già conosciuto per le difficoltà della sua famiglia.

E’ accaduto in Liguria, nella riviera di ponente, dove il caso è finito anche sui tavoli della Prefettura competente e del Comune in cui risiede la famiglia. Superato lo stupore iniziale, il bambino è stato subito circondato da esperti e personale di sostegno.

La droga, una quantità minima, un grammo, era stata nascosta dal bambino dentro un fazzoletto e sistemata nella cartella, tra i libri, i quaderni e l’astuccio con le penne e le matite. Quando gli è stato chiesto dove l’avesse presa è rimasto interdetto, si è spaventato ed è scoppiato a piangere. Con tutte le cautele del caso gli è stato spiegato che non doveva temere nulla.

Alle spalle ha una famiglia problematica hanno evidenziato le persone che hanno creato un cordone di protezione intorno a lui. La sua fragilità era nota a scuola, fragilità che, si fa notare, gli ha impedito di capire la gravità dei suoi passi. Lo scorso anno il bambino aveva abbandonato la scuola quando la pandemia iniziava a fare crescere le difficoltà degli alunni più piccoli e meno protetti, in famiglie che per diversi motivi avevano difficoltà a tenerli sempre a casa con la presenza di un adulto.

Alla ripresa dell’anno scolastico si è cercato di intervenire cambiando scuola. Quest’anno il bambino è tornato in classe, ma in un istituto di un paese diverso da quello di residenza. Dopo un inizio promettente sono tornati i problemi, a cominciare da quello della frequenza delle lezioni.

Poco a poco il piccolo ha accumulato tante assenze. Troppe. Si è cercato di sostenerlo ma a quanto sembra la situazione familiare è risultata ancora troppo complessa. La droga portata in classe ha ora fatto alzare il livello di attenzione. Mentre le indagini sono state concentrate sul percorso di quel grammo di hascisc, per capire dove il bambino lo abbia trovato, si sta intervenendo anche per una svolta nella assistenza del piccolo.

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