Trump guarda oltre processo e piazza le “sue” donne

Trump e Melania salutano dalla base militare Andrews alla piccola folla accorsa per l'addio del presidente alla Casa Bianca. Archivio.
Trump e Melania salutano dalla base militare Andrews alla piccola folla accorsa per l'addio del presidente alla Casa Bianca. Archivio. (Ansalatina)

WASHINGTON. – L’articolo d’impeachment per aver istigato l’assalto al Congresso arriva al Senato ma Donald Trump, confidando nell’assoluzione, guarda già oltre il proceso piazzando le prime pedine di fiducia sulla futura scacchiera política-.

Per ora tutte donne: la sua ex portavoce Sarah Sanders ha annunciato la corsa a governatrice nella roccaforte repubblicana dell’Arkansas, mentre crescono le voci di candidature senatoriali nel 2022 per la nuora Lara Trump nel suo North Carolina e la figlia prediletta Ivanka in Florida, dove si è trasferita con la famiglia. Potrebbe sfidare un pezzo da novanta come Marco Rubio.

Nei giorni scorsi inoltre ha incassato una prima vittoria nella sua battaglia per mantenere influenza e rilevanza política condizionando il futuro del Grand Old Party: Kelli Ward, una stretta alleata, è stata riconfermata col suo “completo e totale endorsement” alla guida del partito repubblicano dell’Arizona.

Lo stesso che ha censurato tre esponenti di rango come il governatore Doug Ducey, l’ex senatore Jeff Flake e Cindy McCain, la vedova del senatore John McCain, tutti contro i tentativi di Trump di ribaltare il voto: una mossa che rischia di dividere il partito, come ha ammonito anche la presidente nazionale Ronna McDaniel, che ha condannato le “purghe” e la “cultura della cancellazione”.

Ma Trump è deciso a mantenere la presa sui repubblicani e a non disperdere i suoi 75 milioni di voti. La Sanders ha súbito rivendicato l’eredità dell’ex presidente, e la sua retorica: “Con la sinistra radicale ormai al potere a Washington, il vostro governatore è la vostra linea di difesa”, ha detto lanciando la sua corsa nello Stato di cui fu governatore il padre Mike Huckabee, ma anche Bill Clinton.  Da portavoce della Casa Bianca è scivolata su bugie e gaffe, come quando sostenne che era stato Dio a volere Trump presidente.

Le altre sue luogotenenti potrebbero essere Lara Trump, moglie del figlio Eric sempre in prima fila nella campagna elettorale, e soprattutto Ivanka, che potrebbe usare la corsa in Florida anche come trampolino di lancio per la Casa Bianca nel 2024.

Rubio sta già tremando e ha risposto imbarazzato all’idea di un duello del genere: “Mi piace Ivanka, abbiamo lavorato insieme molto bene, lei è un’americana….”, ha detto alla Fox prima di interrompersi e vantare i propri successi.

Trump vuole tenere i repubblicani sotto scacco durante l’impeachment minacciando di creare il “Patriot Party” o il “Maga party” e vendicandosi di quelli che gli hanno già voltato le spalle con candidati alternativi nelle primarie: nel mirino ci sono già i deputati Liz Cheney, Tom Rice, la senatrice Liza Murkowski, nonché il governatore della Georgia Brian Kemp.

Probabile che si aggiunga anche Mitt Romney, che ha già definito quello di Trump “un reato da impeachment”, mentre Rubio – in bilico con la sfida di Ivanka – ritiene che il processo sia “stupido” e “controproducente”.

Intanto Trump tira un primo sospiro di sollievo sul fronte giudiziario, dopo che la Corte suprema ha dichiarato decadute le cause contro il suo hotel nella capitale per la violazione della clausola anti corruzione della Costituzione, che proibisce al presidente di accettare denaro da governi stranieri.

Ma resta sulle corde per l’annuncio di un’indagine interna al ministero della Giustizia dopo i suoi tentativi di cacciare l’attorney general ad interim per ribaltare il voto.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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