A Udine l’Inter a secco, non sfrutta la sconfitta del Milan

Lautaro Martinez tra due avversari Kevin Bonifazi e Rodrigo Becao nella partita pareggiata 0-0 dall'Inter a Udine.. ANSA/GABRIELE MENIS

UDINE – L’Inter spreca l’occasione d’oro per raggiungere in testa il Milan e per laurearsi campione di inverno grazie alla migliore differenza reti. La squadra di Conte è caduta nella trappola di Gotti: ritmo blando, difesa super organizzata e tanto sacrificio. E finisce 0-0

Nella formazione nerazzurra è mancato il centrocampo, con Vidal e Brozovic svagati e il solo Barella a dannarsi l’anima. Colpevole la mancanza di determinazione davanti, con Hakimi sempre straripante sulla corsa, ma troppo poco pungente in fase realizzativa e di assistenza: ancora bocciato Perisic, che entra a un quarto d’ora dalla fine e sbaglia tutto ciò che può sbagliare.

Per i padroni di casa doppia grande soddisfazione in tre giorni: ha fermato la seconda e la terza della classifica senza nemmeno soffrire eccessivamente. All’inizio l’Udinese presenta Deulofeu accanto a Lasagna e riporta Pereyra a centrocampo, ma il canovaccio è lo stesso di mercoledì con i bergamaschi: squadra compatta e pronta a ripartire, ma con giudizio.

L’Inter accetta supinamente ed è lontana parente della tigre che ha azzannato la Juventus: giropalla lento e primo brivido all’8′, con Lautaro che segna, ma il fuorigioco è netto. Ci provano allora i padroni di casa al 22′: De Paul lascia partire uno spiovente, Young si addormenta e non chiude bene la diagonale, Stryger Larsen conclude di testa alto sopra la traversa.

I nerazzurri premono sull’acceleratore e un minuto dopo hanno la più ghiotta occasione della prima frazione: Becao serve un pallone folle a Lautaro, che avanza di qualche metro e solo davanti a Musso lascia partire un rasoterra, su cui il connazionale argentino fa un miracolo e devia in angolo. Sugli sviluppi di un altro corner arriva la seconda occasionissima per gli ospiti (29′): Barella lascia partire un destro al volo che si spegne vicino all’incrocio.

La partita di Arslan finisce poco dopo la mezz’ora: già ammonito – e graziato del secondo giallo da Maresca -, il tedesco di origini turche viene richiamato in panchina da Gotti per evitare di restare in dieci. La ripresa si apre con Pereyra che conclude alto su assist di Lasagna.

Qui inizia il forcing dell’Inter spinto dal tabellone elettronico che segnala reti a raffica per l’Atalanta. E’ quindi Hakimi ad avere l’occasione propizia, ma calcia a lato da ottima posizione. Dalle fasce continuano a piovere cross, ma Lautaro e Lukaku arrivano sempre con un pizzico di ritardo, anche al 18′, quando Hakimi dosa veramente male una palla che il bomber belga avrebbe soltanto dovuto appoggiare in rete. Al 22′ i friulani si affacciano dalle parti di Handanovic con De Paul che lascia partire una staffilata dal limite di poco a lato.

Conte inserisce contemporaneamente Sensi, Sanchez e Perisic e un istante dopo il regista pesca Hakimi, che conferma la sua serata no sotto porta. E’ un fuoco di paglia. Si gioca pochissimo, con continue interruzioni. Arriva il 90′ senza altri brividi veri e nel recupero è addirittura l’Udinese ad arrivare in area avversaria mettendo i brividi ai nerazzurri. Conte non può saperlo, è appena stato espulso per un battibecco con Maresca. Per i suoi, terza trasferta consecutiva senza vittorie e quarto match con la Lu-La a bocca asciutta.

(di Lorenzo Padovan/ANSA)

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