Coronavirus in Italia: calano i ricoveri, ma 472 morti

Controlli carabinieri ed esercito sulla vigevanese a Corsico
Controlli carabinieri ed esercito sulla vigevanese a Corsico, 31 marzo 2020 ANSA/MONIA DI SANTO

ROMA. – Dopo cinque settimane di crescita ininterrotta, scende l’indice di trasmissibilità Rt in Italia collocandosi a quota 0,97, e calano anche i ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti ordinari. Ma è troppo presto per pensare ad una effettiva inversione di rotta della curva epidemica da Covid-19: restano ancora troppi i decessi ed i casi – 472 le vittime nelle ultime 24 ore, con 13.633 nuove infezioni – e 12 regioni si mantengono comunque sopra la soglia critica del 30% di occupazione delle Rianimazioni.

Continua ad essere un quadro preoccupante, sia pure con qualche primo segnale di miglioramento, quello che si evince dall’ultimo monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità e ministero della Salute (dati relativi alla settimana 11/1/2021-17/1/2021, aggiornati al 20/1/2021) sull’andamento dell’epidemia da SarsCov2 nel Paese.

Infatti, si legge nel documento, si osserva una “diminuzione del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile nel Paese, dovuta principalmente ad una diminuzione della probabilità di trasmissione di SARS-CoV-2, ma in un contesto in cui l’impatto sui servizi assistenziali rimane alto nella maggior parte delle Regioni/PPAA”.

Dunque, il pericolo non è scampato, tanto che sono 12 le Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (stesso numero della settimana precedente), anche se il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale, invece, è sceso sotto la soglia critica (30%).

Inoltre, il monitoraggio rileva pure una “lieve diminuzione” dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni: 339,24 per 100.000 abitanti (04/01/2021-17/01/2021) contro 368,75 per 100.000 abitanti (28/12/2020-10/01/2021).

E sebbene questa settimana il dato di incidenza settimanale non sia pienamente confrontabile con la settimana scorsa (per l’estensione della definizione di caso includendo i test antigenici rapidi), il fatto che “sia in diminuzione anche tenendo conto dei casi diagnosticati pure con test rapido è un segno di miglioramento epidemiologico”.

Un trend evidenziato anche dai dati giornalieri del bollettino del ministero della Salute: con 13.633 nuovi casi di Covid nelle ultime 24 ore, il totale dall’inizio dell’emergenza sale a 2.441.854 casi. L’incremento di 472 decessi porta invece il numero complessivo delle vittime a 84.674. Sono 264.728 i test per il coronavirus (molecolari e antigenici) effettuati contro i 267.567 di ieri, ed il tasso di positività è al 5,1% (ieri era al 5,2%).

Quanto alla situazione negli ospedali, sono 2.390 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, in calo di 23 nel saldo tra entrate e uscite rispetto a ieri. Nei reparti ordinari sono invece ricoverati 21.691 pazienti, in calo di 354 unità rispetto a mercoledì. A livello regionale, la Lombardia mantiene il più alto numero di nuovi casi di Covid in Italia: 1.969 nelle ultime 24 ore. Altre sei regioni superano i mille casi in un giorno: Sicilia (1.355), Emilia Romagna 1,347, Veneto (1.198), Lazio (1.141), Campania (1.106) e Puglia (1.018).

I dati dell’ultimo monitoraggio indicano che “le misure di contenimento e di restrizione hanno funzionato e che bisogna pertanto continuare a mantenere dei comportamenti prudenti, tanto più che siamo nel corso di una campagna di vaccinazione ed è bene non sovraccaricare le strutture sanitarie”, sottolinea il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza.

“Per la prima volta dopo 5 settimane di ascesa – spiega – l’indice Rt tende a diminuire e si fissa di poco al di sotto di 1, così come anche l’incidenza, che però rimane elevata intorno a 340 casi di Covid per 100mila abitanti. Per quanto riguarda invece il tasso di occupazione dei posti in terapia intensiva c’è una tendenza ad una lieve diminuzione anche se si resta intorno alla soglia critica”. Ciò vuol dire, conclude, che le misure di contenimento e di restrizione “hanno funzionato” ma la prudenza rimane d’obbligo.

(di Manuela Correra/ANSA)

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