Recovery Plan, incontro tra Governo e parti sociali

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante la riunione con i sindacati sul Recovery Plan.
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante la riunione con i sindacati sul Recovery Plan. Archivio. (Ufficio Stampa Palazzo Chigi)

ROMA. – Il Governo presenta il Recovery plan ai sindacati e si dice pronto a un confronto intenso con le parti sociali perché solo insieme “si vince la sfida”. L’incontro di oggi in videoconferenza sulle sei missioni del piano potrebbe essere solo il primo di una lunga serie dato che i sindacati hanno chiesto di essere coinvolti in ogni fase.

Ma in attesa che il piano entri nel vivo con la possibilità che si abbia il “salto di qualità sull’occupazione” annunciato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per la prossima settimana è atteso un incontro sul nuovo decreto ristori.

I sindacati chiedono di prolungare la cassa integrazione con causale Covid e il blocco dei licenziamenti dopo il 31 marzo dato che i contagi non accennano a diminuire e la situazione economica resta critica e questa richiesta potrebbe essere ascoltata almeno per alcuni settori.

Per quanto riguarda il Recovery, il Piano di ripresa e resilienza da 223 miliardi, il lavoro del Parlamento entrerà nel vivo solo dalla fine della prossima settimana con le audizioni attese tra il 29 gennaio e il 2 febbraio. “Dobbiamo liberare il potenziale della crescita economica e rafforzare la coesione sociale – ha detto il premier ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri ringraziandoli per il “contributo dato in questi mesi difficili.

Inizia il confronto con le parti sociali – ha proseguito – un confronto che vogliamo intenso e costruttivo”. Infatti “mai come adesso occorre unire le forze per riprogettare il futuro del mercato del lavoro e investire in una formazione di qualità su tutto il territorio nazionale, definendo standard uniformi”, ha sottolineato la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo.

Dopo i sindacati, il Governo ha incontrato Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri e, a seguire, l’Alleanza delle cooperative. Lunedì vedrà i rappresentanti delle imprese. E proprio rivolgendosi al mondo delle coop, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha sostenuto che “per dare un’anima al Piano e renderlo veramente efficace al fine dello sviluppo locale è necessaria la più forte integrazione tra Pa e terzo settore”.

Grazie agli investimenti e alle politiche contenute nel piano – ha spiegato Conte – nel 2026, anno finale del provvedimento, si avrà una crescita aggiuntiva di tre punti percentuali di Pil rispetto alla scenario con politiche invariate. Ma il piano avrà soprattutto – sostiene il Governo – un impatto positivo “su tutti gli indicatori di benessere e di sviluppo sostenibile”.

“Abbiamo ottenuto – afferma il leader della Cgil, Maurizio Landini – di avviare nei prossimi giorni un confronto serrato sui contenuti del piano e delle diverse missioni. E’ necessaria una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali. Servono investimenti, pubblici e privati, per creare nuova occupazione e sconfiggere la precarietà.

E’ il momento di cambiare il modello di sviluppo nel rispetto dell’ambiente e con la costruzione di un modello sociale fondato sulla sanità pubblica e sul diritto alla conoscenza. Tutto questo si può realizzare solo con il coinvolgimento di tutto il mondo del lavoro, delle parti sociali e del Paese”.

“Proponiamo – dice la leader Cisl, Annamaria Furlan – che ci sia un tavolo di confronto permanente per il monitoraggio, la verifica, le accelerazioni degli interventi. Bisogna rendere stabile e sicuro il lavoro, nel rispetto delle procedure di legalità. Riteniamo che nella governance del piano debbano essere presenti le parti sociali per valutare l’attuazione dei progetti e garantire il rispetto dei tempi. Il Recovery Plan – conclude – è una occasione di sviluppo straordinaria ma anche una responsabilità straordinaria per tutti”.

“Chiediamo – sottolinea il numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri – di coinvolgere le parti sociali nella fase di predisposizione e implementazione del Piano, attraverso tavoli di lavoro su ogni singola missione. Ci preoccupano alcuni aspetti ancora non definiti della governance e soprattutto il possibile ritorno nel prossimo futuro delle regole del patto di stabilità, che chiediamo venga definitivamente superato e accompagnato da una nuova politica economica”.

E’ “indispensabile impiegare le risorse con una strategia dallo sguardo lungo e con efficienza. I progetti riusciranno solo se realizzati in partnership pubblico/privato”, sostiene il presidente dell’Alleanza delle cooperative, Mauro Lusetti.

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