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I governi dell’estinto presidente Chávez, prima, e del presidente Maduro, poi, hanno sempre considerato la stampa libera e indipendente un pericolo per la loro sopravvivenza. È per questo che hanno chiuso canali di televisione e stazioni radio; continuano a negare, avendone il monopolio, la materia prima a quotidiani e stampa periodica che mantengono una propria autonomia; e oscurano portali scomodi. D’altronde, la libertà d’informazione, d’espressione, d’opinione ha sempre fatto paura ai governi autocratici.
In Venezuela, il controllo sui mass-media non avviene più attraverso gli strumenti tradizionali conosciuti in passato. Oggi, sono tanti i meccanismi di cui dispone il governo per censurare e mettere a tacere giornali, radio e televisione. Sono quelli messi in pratica nei giorni scorsi: sequestro degli strumenti di lavoro, come è accaduto nel caso di “VPI-TV”; oscuramento del portale, come accaduto con “Tal Cual digital”; o sospensione e multa, per presunte irregolarità amministrative, come avvenuto a “Panorama”.
In questi giorni, in coincidenza con l’insediamento del nuovo Parlamento, abbiamo assistito ad un’offensiva del governo contro la stampa. Nulla che possa sorprendere. È un atteggiamento che accomuna i governi autocratici o, come li si definisce eufemisticamente oggi, illiberali. Cambiano i metodi, ma non il fine ultimo.
Mauro Bafile