Caos seconde case, le Regioni temono ‘l’invasione’

L'arrivo alla stazione centrale di Napoli del treno Frecciarossa da Milano. I passeggeri sono scesi ordinatamente e hanno seguito il percorso indicato dalle forze dell'ordine, mettendosi in fila per la misurazione della temperatura con il termoscanner.
L'arrivo alla stazione centrale di Napoli del treno Frecciarossa da Milano. I passeggeri sono scesi ordinatamente e hanno seguito il percorso indicato dalle forze dell'ordine, mettendosi in fila per la misurazione della temperatura con il termoscanner. ANSA / CIRO FUSCO

ROMA. – Forestieri, no grazie. E se proprio devono venire, che si portino in villeggiatura i divieti delle zone rosse o arancioni da cui provengono. In Trentino Alto Adige si preparano le contromisure temendo di importare contagi ora che, dopo oltre un mese, sono caduti i limiti al trasferimento nelle seconde case fuori regione.

Le Faq del Governo, arrivare ieri in tarda serata, hanno chiarito la misura che alleggerisce i divieti anti-Covid, almeno per chi può comprovare di possedere l’immobile o di averlo preso in affitto lungo prima dell’entrata in vigore del decreto-legge del 14 gennaio. A patto che sia abitato da un solo nucleo familiare.

Il ponte di Carnevale è dietro l’angolo, e si incastra nel periodo dei Mondiali di sci a Cortina, presa d’assalto l’anno scorso a marzo. La Provincia autonoma di Trento, che insegue la promozione da zona gialla a bianca, non vuole correre simili rischi, evidentemente considerati più alti dei benefici economici, con le piste chiuse: sta studiando appunto un’ordinanza per cui i villeggianti si porterebbero dietro lo status della regione d’origine.

“Non vogliamo mettere il bollino a nessuno, ma serve continuità comportamentale”, dice il dg della Protezione civile del Trentino, Raffele De Col. In sostanza, i lombardi potrebbero uscire dalla loro casa in Trentino solo per i casi consentiti in zona rossa. Mentre emiliani e veneti (altri vacanzieri tradizionali delle Dolomiti), con lo status da zona arancione, potrebbero muoversi nell’ambito del comune.

Ancora più netta la Provincia autonoma di Bolzano, che ha mal digerito la ‘retrocessione’ al rosso: “L’accesso alle seconde case anche da altre regioni non ha nessuna logica – attacca l’assessore alla salute Thomas Widmann -. Prima ci fanno zona rossa, mentre i nostri dati dicono ben altro, e poi i proprietari di seconde case possono venire da noi, mentre gli altoatesini non dovrebbero neanche lasciare i propri Comuni”.

Non si faranno distinzioni a Sestriere. Per il sindaco Gianni Poncet, gli habitué della Val di Susa, soprattutto da lombardi, liguri, toscani ma anche del Centro Italia, saranno “una boccata d’ossigeno all’economia locale”. Gli impianti sono chiusi ma nulla vieta escursioni, passeggiate all’aria aperta, ciaspolate e scialpinismo, sottolinea l’Uncem.

Abbondano le seconde case anche a Courmayeur (meta soprattutto per i lombardi, milanese in particolare), dove l’amministrazione riproporrà il piano ‘anti-struscio’ nel centro del paese, con indicazioni sull’uso della mascherina, sui comportamenti e sulla viabilità pedonale. Ci sono vedute diverse anche nelle località di mare. In Liguria molte seconde case sono utilizzate da proprietari in smart working.

A Capri il sindaco Marino Lembo aspetta il ritorno dei vacanzieri sicuro che “riporterà un po’ di vita: è un primo passo per il ritorno alla normalità, ma non un liberi tutti”. I colleghi della Costiera Amalfitana chiedono che i forestieri informino i comuni del loro arrivo, e in Toscana il governatore Eugenio Giani sta valutando se emanare l’ordinanza già annunciata per consentire di raggiungere la seconda casa da altre regioni solo se si ha “in loco il medico di famiglia”.

E anche se la Toscana adesso è zona gialla, ci sono sindaci preoccupati, soprattutto in Versilia. Come Bruno Murzi, che guida il Comune di Forte dei Marmi, è medico di professione e predica un nuovo lockdown.

(di Paolo Cappelleri/ANSA)

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