La surreale cerimonia al National Mall deserto

El Capitolio de los Estados Unidos. (ANSA)

NEW YORK.  – Joe Biden e Kamala Harris giurano davanti a un National Mall deserto, in una Washington blindata. Per loro solo bandiere, militari, pochissimi ospiti, imponenti misure di sicurezza e restrizioni per l’era del Covid. Il tutto per un cerimonia dal sapore surreale.

La giornata si apre poco prima delle nove del mattino, quando Biden, accompagnato dalla moglie Jill e da tutta la famiglia, va in chiesa, alla Cathedral of St. Matthew the Apostole. É la cattedrale dove nel 1963 si è tenuto il funerale di John Fitzgerald Kennedy, il primo presidente americano cattolico. Ad attenderli ci sono anche Kamala Harris e il marito Doug Emhoff. Harris e Jill, le due donne protagoniste di questo freddo ma soleggiato 20 gennaio, si mostrano al pubblico indossando abiti di giovani designer, in decisa contrapposizione con Melania Trump, che lascia la Casa Bianca con una giacca di Chanel, un vestito di Dolce Gabbana e i suoi amati stiletti di Christian Louboutin.

La vicepresidente sceglie gli emergenti afroamericani Christopher John Rogers e Sergio Hudson, e opta per un colore – il viola – che le sta molto a cuore: era spesso usato da Shirley Chislom, la prima donna afroamericana che decenni fa tentò la corsa alla Casa Bianca. Jill sceglie invece un cappotto in tweed e un abito di Alexandra O’Neil, fondatrice del marchio Markarian nel 2017 e rinomata per la sostenibilità dei suoi capi: tutti sono realizzati solo previo ordine così da ridurre gli sprechi. Joe Biden e il Second Gentleman Doug Emhoff optano invece per un tradizionale completo scuro di Ralph Lauren.

Dopo la messa la corsa in auto verso il Campidoglio, dove i primi ospiti sono già schierati. Ci sono Bill e Hillary Clinton, anche lei in abito viola e con i capelli più lunghi rispetto alla sua corsa alla Casa Bianca del 2016. Ci sono George W. Bush e la moglie Laura. Ci sono Barack Obama e c’è Michelle con un completo pantalone di una tonalità di viola. Tutti indossano rigorosamente la mascherina come gli altri ospiti, dall’ex vicepresidente Mike Pence al leader dei repubblicani in Senato Mitch McConnell. Ci sono i giudici della Corte Suprema al gran completo. Kamala e Doug fanno il loro ingresso per primi: li accoglie un’ovazione e Pence li applaude. Poi Biden e la sua famiglia entrano: anche per loro l’applauso è caloroso.

E se quella sul palco sembra quasi un’atmosfera normale è il National Mall deserto, con solo 200.000 bandiere a rappresentare gli americani che non hanno potuto partecipare alla cerimonia, a regalare una sensazione surreale. Così come l’imponente schieramento di forze dell’ordine per garantire la sicurezza a esattamente due settimane dall’assalto al Congresso.

A fare da padrona di casa e introdurre Biden e Harris è Amy Klobuchar, la senatrice democratica che era rivale delle due star della giornata nelle battute iniziali della corsa alla Casa Bianca. La cerimonia si apre con l’inno nazionale, cantato per l’occasione da Lady Gaga, grande sostenitrice del presidente. Sale sul palco anche Jennifer Lopez per cantare “This is my Land” con un inserto in spagnolo per chiedere “Libertà e giustizia per tutti”.

Poi è la volta dei giuramenti: prima Kamala poi Biden, seguiti dalla poetessa Amanda Gorman che, con i suoi versi, lancia un ulteriore appello all’unità. Biden e la First Lady e Kamala e il marito si accompagnano poi con i leader del Congresso che, come di consuetudine, consegnano regali al presidente. Poi la corsa al cimitero di Arlington e il via alle celebrazioni virtuali che sostituiscono la parata e il ballo e dedicano ampio spazio agli eroi del Covid, il virus che ha fatto 400.000 morti negli Stati Uniti e non accenna ad allentare la morsa.

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