Via alla Davos “virtuale”, attesa per il G20 di Conte

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante il suo intervento a Davos. Immagine d'archivio.
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante il suo intervento a Davos. Immagine d'archivio. (ANSA)

ROMA. – Sarà il forum della rivincita dei “globalisti”  con il podio di Davos, sia pure in streaming anziché fra le nevi svizzere, riservato ad Angela Merkel, Emmanuel Macron, Xi Jinping, che quattro anni fa proprio al Forum economico mondiale fece il controcanto alle sirene del trumpismo proprio mentre il presidente Usa si stava insediando.

E sarà una prova per Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio tornerà a rivolgersi – come due anni fa – al gotha della finanza, ai leader globali, ai super-manager di Davos, con questa volta in una mano la carta della presidenza italiana del G20, proprio quando il G20 è chiamato a giocare un ruolo di primo piano nella ricostruzione del mondo post-pandemia.

Nell’altra mano, al Davos Agenda Meeting della prossima settimana, Conte avrà le grane di politica interna, il Governo indebolito dalla fuoriuscita dei renziani: partita il cui esito potrebbe decidersi questa settimana, e che inevitabilmente peserà sull’efficacia del suo intervento.

La Davos 2021, versione ristretta a circa 1.500 delegati dai 3.000 di un anno fa e tutta sugli schermi, con il Summit “físico” rinviato a maggio a Singapore, avviene in “Un anno decisivo per ricostruire la fiducia”: frase che è il titolo stesso dato dal World Economic Forum al summit del 25-29 gennaio.

“Decisivo per l’umanità – spiega il fondatore e presidente esecutivo del Wef Charles Schwab – per superare la pandemia, costruire economie più resilienti, inclusive, sostenibili, ma soprattutto per riportare la fiducia”.

Lo scossone alle fondamenta della democrazia Usa assestato da Trump, e allo stesso tempo la vittoria di Joe Biden, daranno energia a un summit cui il Wef punta, con più enfasi che in passato, a fare da catalizzatore per una “mobilizzazione pionieristica”: una trasformazione delle economie e dell’industria verso un modello sostenibile e inclusivo; un uso responsabile della quarta rivoluzione industriale della robotica, digitalizzazione, intelligenza artificiale; un “sistema multilaterale 4.0”, come lo chiama Schwab.

Si parlerà, e molto, di Covid e vaccini, presente anche il segretario generale dell’Oms Tedros Tedros Adhanom Ghebreyesus e quello dell’Onu Antonio Guterres. Di ripresa, con uno speech, oltre che dei tre maggiori leader europei, della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.

Di commercio globale da rilanciare dopo i colpi assestati da Trump, e qui i riflettori saranno sul presidente cinese Xi. E di equilibri globali, con una presenza-chiave per i recenti accordi in Medio Oriente, Benjamin Netanyahu.

Il premier israeliano fronteggia nuove elezioni a marzo, ma l’attenzione alla politica interna del Paese è forse superata da quella per gli eventi italiani: l’aspettativa di Davos è alta per la guida italiana del G20, chiamato nel 2021 a “giocare un ruolo chiave” nel sanare le ferite globali, ma con il rischio di un Paese presidente di turno, l’Italia, guidato da una maggioranza indebolita o, nell’alternativa del voto anticipato, a probabile traino sovranista.

( di Domenico Conti/ANSA)

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