Vincono proteste, Bielorussia perde Mondiali hockey

Un giocatore di hockey .
(Bruce Bennet/Pool Photo via AP)

ROMA. – A dicembre la sospensione da parte del Cio, ora la revoca di Minsk come sede dei Mondiali di hockey su ghiaccio. La Bielorussia di Alexander Lukashenko resta nel mirino della comunità sportiva, oltre che di gran parte di quella internazionale, a causa della situazione política interna.

Lukashenko, presidente dal 1994 della repubblica ex sovietica e n.1 del Comitato olimpico bielorusso da 23 anni, la scorsa estate è stato rieletto ma le accuse di brogli sistematici hanno dato vita da allora a quotidiane proteste di massa, cui il regime risponde con arresti e violenze.

In un tale panorama e sotto la pressione di oppositori, atleti e sponsor, la federazione mondiale dell’hockey (Iihf) ha infine deciso che il Mondiale Top Division, in programma dal 21 maggio al 6 giugno prossimi e a cui parteciperà anche l’Italia, non si disputerà più a Minsk.

La capitale era una delle due città ospitanti del torneo assieme a Riga, in Lettonia, ma il Consiglio Iihf, dopo aver esaminato la situazione, “ha stabilito che al momento è impossibile garantire il benessere di squadre, spettatori e funzionari”, date le crescenti preoccupazioni “in materia di sicurezza e protezione, per i crescenti disordini politici e per la pandemia”.

Anche la difficile situazione sanitaria con una gestione tutt’altro che impeccabile dell’emergenza Covid-19 ha contribuito alla scelta, ma molto ha contato la presa di distanza dei principali sponsor, come Skoda, Tissot o Liqui Moli, che avrebbero anche minacciato di ritirarsi se il Mondiale fosse stato confermato in Bielorussia.

La decisione ha peraltro ottenuto subito un plauso da parte della candidata che si era opposta al presidente uscente, Svetlana Tikhanovskaja, ora in esilio: “É una vittoria – si è espressa sui social -. Non ci saranno ulteriori ondate di repressione con il pretesto di “ripulire” la capitale prima del Mondiale”.

La decisione sulla location definitiva del Mondiale verrà presa dal Consiglio della Iihf nel corso delle prossime settimane. L’idea è quella di accorpare i due gironi, inizialmente previsti a Minsk e Riga, in un’unica sede, ma non è scontato che sia Riga. Tra i Paesi candidati ci sono la Slovacchia e la Danimarca.

“Noi ci atterremo e rispetteremo le decisioni della federazione internazionale, che ritengo si sia mossa sino a questo momento nella giusta direzione per tutelare al massimo l’aspetto sportivo di un torneo importante”, sottolinea il presidente Federazione italiana sport ghiaccio (Fisg), Andrea Gios.

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