Stop cartelle a fine gennaio, scostamento da 32 miliardi

Effetto Covid: bar e ristoranti vuoti sulle sponde del Naviglio a Milano
Effetto Covid: bar e ristoranti vuoti sulle sponde del Naviglio a Milano. Immagine d'archivio. ANSA/MATTEO CORNER

ROMA. – La crisi non ferma i ristori: nonostante lo scossone dell’addio di Italia Viva il governo, con il terzo Consiglio dei ministri notturno in tre giorni, si appresta a formulare la nuova richiesta di scostamento che nel corso della riunione sale fino a 32 miliardi, che il Parlamento dovrebbe votare il 20 gennaio, dopo l’esito dell’informativa del premier Giuseppe Conte.

E arriva anche una mini-proroga dell’invio delle cartelle esattoriali a fine mese, in attesa di un pacchetto di misure che attutisca l’impatto dei 50 milioni di atti sospesi duranti la pandemia.

La via per i nuovi aiuti all’economia, ancora vessata dai danni delle chiusure anti-Covid, rimane quindi legata a doppio filo alle sorti dell’esecutivo, ma il nuovo decreto, assicura il ministro Francesco Boccia, ha “la massima priorità” e la crisi “non ci impedirà di correre per garantire tempi rapidi” ai nuovi aiuti ad hoc per lo sci e agli interventi “cospicui” per bar e ristoranti e su tutte le attività penalizzate dalle chiusure.

Lo schema prevede infatti un nuovo Cdm subito dopo il via libera delle Camere al nuovo extradeficit. Si tratterebbe di una richiesta cautelativa, visti i timori di una terza ondata che potrebbe portare con sé la necessità di ulteriori interventi: non tutte le risorse, insomma, sarebbero da utilizzare súbito per il decreto Ristori 5, che nessuno ormai chiama più il decreto “finale”, e una parte potrebbe essere tenuta come “mini-salvagente” per evitare di dover procedere, magari a stretto giro, con ulteriori richieste di scostamento in un quadro politico così incerto.

Il governo, è il mantra, continuerà a fare “il meglio” per aiutare famiglie e imprese, come ha assicurato anche il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che nei giorni scorsi aveva ipotizzato una richiesta attorno al punto e mezzo di Pil, circa 25 miliardi.

Quella che definisce “una delle manovre più massicce” messe in campo finora per contrastare la pandemia – oltre 100 miliardi di interventi – consentirà di chiudere l’anno “anche leggermente meglio” dell’ultima stima di -9% elaborata “prima della seconda ondata”. Segno che le misure funzionano, è il ragionamento, motivo per cui “occorre proseguire il lavoro” e preparare il terreno per un nuovo provvedimento economico di emergenza, “indispensabile e urgente”.

Le risorse serviranno da un lato per nuovi ristori a fondo perduto per le attività colpite dalla crisi, con un mecanismo “perequativo” che dovrebbe misurare le perdite almeno su sei mesi (ma si starebbe anche ragionando sull’anno intero).

Dall’altro i fondi dovrebbero coprire un nuovo pacchetto di misure per intervenire su quella che il viceministro all’Economia Antonio Misiani ha definito una “montagna di cartelle esattoriali in arrivo”.

Intanto con un decreto ad hoc viene sospeso per altre due settimane l’invio delle cartelle, che sarebbe ricominciato lunedì. Poi, con il prossimo decreto Ristori si farà in modo che all’arrivo delle nuove notifiche del fisco siano già pronte anche le misure per attenuarne gli effetti, dalla rottamazione quater al saldo e stralcio.

Nel pacchetto potrebbe trovare spazio anche la pulizia del magazzino invocata dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, per rendere più efficace e meno dispersiva la macchina della riscossione.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

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