NEW YORK. – “Sono ottimista sull’economia americana per il prossimo paio d’anni”. Parola di Jerome Powell. Il presidente della Fed, nel corso di un webinar dell’università di Princeton, analizza quanto accaduto con la pandemia, fa un parallelo con la crisi finanziaria del 2008-2009 e rassicura: un rialzo dei tassi di interesse non è previsto a breve.
Wall Street ascolta ma non reagisce proseguendo positiva. Incuranti del secondo impeachment per Donald Trump e degli allarmi sicurezza, i listini americani salgono guardando al piano di aiuti e di lotta al Covid del presidente eletto Joe Biden. Un programma, secondo indiscrezioni, da più di 1.300 miliardi di dollari, che include aiuti diretti agli americani e agli stati nel sostenerli contro la pandemia.
Powell, nominato da Trump, non fa alcun riferimento alla politica. Si tiene ben alla larga anche dal chiedere un nuovo intervento del Congresso per spingere la ripresa. Forse, consapevole che con Biden ci sarà, guarda già avanti: l’economia potrebbe tornare al picco pre-Covid prima del previsto, dice.
E questo grazie anche a una Fed impegnata a usare tutti gli strumenti a disposizione fino a quando ce ne sarà bisogno, ovvero fino a quando non avrà “fatto il suo lavoro, e lo avrà fatto bene e veramente”.
Powell liquida anche i timori e le indiscrezioni su un possibile ritiro dei programmi di aiuto della banca centrale a fronte di un ripresa che potrebbe guadagnare a breve slancio: “ora non è il momento di parlare” di un rallentamento degli acquisti di asset.
Lo dice chiaramente al fine di evitare un “taper tantrum” stile Ben Bernanke, che nel 2013 annunciò precipitosamente una stretta al Qe causando un balzo dei rendimenti e costringendo la Fed a una clamorosa marcia indietro. Quando sarà il momento “lo comunicheremo al mondo in anticipo. Saremo trasparenti”, assicura Powell in collegamento in camicia e maglioncino probabilmente dalla sua abitazione.
Il presidente della Fed lascia intendere che ancora non si può parlare di exit strategy della Fed perché l’economia “è ben lontana” dagli obiettivi della banca centrale. E perché il mercato del lavoro è ancora in difficoltà, come mostrato dal nuovo aumento delle richieste di sussidi alla disoccupazione balzati a quasi un milione la scorsa settimana.
“La strada verso la piena occupazione”, prevista nel mandato della Fed insieme alla stabilità dei prezzi, “è ancora lunga”, dice smorzando anche i timori sull’inflazione.
“Non siamo legati a una formula matematica per l’inflazione. Continuiamo ad ancorare le aspettative di inflazione al 2%”, mette in evidenza precisando come a breve potrebbero esserci pressioni al rialzo sui prezzi. Ma un aumento una tantum non vuol dire un’inflazione permanente.