Riforma fiscale, per commercialisti mancano risorse

Veduta del Parlamento.
Veduta del Parlamento. (ANSA)

ROMA. – Un “gigante coi piedi di argilla”: così potrebbe rivelarsi la riforma fiscale del governo, visto che le risorse disponibili “ammontano a 8 miliardi per il 2022 e 7 miliardi a regime dal 2023”, però 5,5 sono già sull’assegno unico per i figli a carico, dunque un restyling del sistema delle imposte con “2,5 miliardi per il 2022 e 1,5 a regime dal 2023” non sembra reggersi su “basi finanziarie credibili”.

A fare i conti i commercialisti italiani, il cui presidente del Consiglio nazionale Massimo Miani, partecipando al forum del quotidiano ItaliaOggi, espone il rischio di ritrovarsi tra le mani “il consueto libro dei sogni”, giacché “solamente per mettere a regime la detrazione aggiuntiva Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) per contribuenti titolari di redditi di lavoro dipendente, con reddito complessivo tra 28.000 e 40.000 euro, la Legge di bilancio ha dovuto mettere a disposizione risorse per circa 3 miliardi, ossia il doppio di quel che risulta attualmente disponibile, a regime, sul fondo che dovrebbe finanziare la riforma nemmeno dell’intera tassa, ma del sistema fiscale nel suo complesso”.

La categoria ha già una propria “ricetta”: il 22 gennaio, infatti, verranno illustrate nelle Commissioni Finanze di Camera e Senato le conclusioni della commissione di esperti coordinata da Carlo Cottarelli.

Quel che conta, a giudizio del direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, è che il Parlamento sia protagonista nella realizzazione delle disciplina, essendo “il luogo di principale e di immediato raccordo tra cittadini ed Istituzioni”.

A denunciare il “paradosso” del ‘peso’ tributario il presidente della Cassa dottori commercialisti (Cdc) Stefano Distilli, convinto che serva “un aggiornamento”, poiché gli Enti di primo pilastro pensionistico sebbene svolgano una “funzione pubblica, come da articolo 38 della Costituzione, sono assoggettati al regime di qualunque investitore privato, con una mtassazione sui rendimenti al 26%, mentre i fondi pensione mintegrativi usufruiscono di un trattamento più favorevole”.

Il mondo degli autonomi, ammette il viceministro dell’Economia Antonio Misiani, è “tra i più colpiti dalla crisi” pandemica, ecco anche perché il coordinatore della Consulta dei parlamentari commercialisti, il senatore di Fdi Andrea de Bertoldi, spinge per la “celere approvazione” del disegno di legge (trasversale) sul differimento dei termini per malattia, o infortunio del professionista nella commissione Giustizia di palazzo Madama.

(di Simona D’Alessio/ANSA)

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