PARIGI. – C’era chi sognava di trasferirlo al Panthéon insieme al suo tormentato amore, Paul Verlaine. E invece niente. Le spoglie di Arthur Rimbaud resteranno nel cimitero di Charleville-Mezières. In accordo con la famiglia, che si era opposta, Emmanuel Macron ha deciso così. “Non intendo andare contro la volontà espressa dalla famiglia del defunto – ha scritto il presidente in una lettera rivelata dalla France Presse -. Le spoglie di Rimbaud non verranno spostate”.
La petizione in favore dell’ingresso al Panthéon del grandepoeta francese, firmata da ex ministri della Cultura, accademici ed intellettuali, aveva incassato anche il sostegno dell’attuale ministra della Cultura, Roselyne Bachelot. Rimbaud resterà invece “sepolto al fianco dei suoi, nella tomba di famiglia del cimitero di Charleville-Mézières, città di nascita nonché sua ultima dimora”, ha puntualizzato Macron nella missiva in cui ha reso omaggio a questa “figura di primo piano della letteratura francese, poeta fondamentale e spirito ribelle”, il cui nome “perdura nella nostra storia”.
“Il presidente ha rispettato l’auspicio della famiglia, un gesto inatteso ed apprezzato”, ha commentato Emmanuel Ludot, avvocato della famiglia Rimbaud, aggiungendo: “Siamo obviamente molto colpiti dall’umanità con cui Macron ha trattato questo dossier. Ha saputo passare oltre le lobby degli intellettuali parigini”.
Lo scorso settembre una discendente del poeta, Jacqueline Teissier-Rimbaud, espresse la sua opposizione all’ingresso del suo illustre antenato al Panthéon al fianco di Verlaine. Se i due poeti dovessero entrare insieme nel tempio dei grandi di Francia, “tutti penserebbero ‘omosessuali’, ma non è vero. Rimbaud non ha cominciato la sua vita con Verlaine e non l’ha terminata con lui, sono stati solo alcuni anni di gioventù”, ha dichiarato la donna alla France Presse.
Un parere condiviso anche da altri familiari e dall’associazione ‘Les Amis de Rimbaud’. “Associare Rimbaud e Verlaine in modo definitivo, ad vitam aeternam, non è possibile, è senza dubbio esagerato”, ha commentato il presidente Alain Tourneux.
La ministra Bachelot si era invece detta a favore dell’ingresso al Panthéon dei due poeti maledetti, un gesto che a suo avviso avrebbe avuto “una portata non solo storica o letteraria, ma profondamente attuale”. L’ultima parola spettava però al presidente, ed è stata un no.
(di Paolo Levi/ANSA)