Cina supera Covid, export record e surplus a 535 miliardi

Containers in attesa di essere imbarcati per l'esportazione.
Containers in attesa di essere imbarcati per l'esportazione. EPA/ROMAN PILIPEY

PECHINO.  – Il coronavirus ha inferto un duro colpo al commercio globale, ma non in Cina dove, nonostante il Covid-19 sia stato ufficializzato per primo, l’export nel 2020 è aumentato ai livelli più alti di sempre, mentre il surplus è salito del 27% annuo, a 535,03 miliardi di dollari, ai massimi dal 2015.

E anche la battaglia commerciale contro gli Stati Uniti nell’era dell’amministrazione Trump ha portato Pechino addirittura ad aumentare il saldo a suo vantaggio del 7%.

La Cina s’è posizionata come l’unica grande economia al mondo capace di crescere (2% secondo il Fmi) nell’anno segnato dalla devastante pandemia, lontana dalla sua conclusione: per l’intero 2020, le esportazioni sono salite del 3,6% sul 2019, al record di 2.600 miliardi, secondo le Dogane, grazie alla robusta ripresa che ha alimentato l’import, calato tuttavia dell’1,1%.

Export e attività industriale sono crollate nei primi nove mesi dell’anno negli sforzi di contenimento della diffusione del virus, prima del rimbalzo della produzione e della ripresa che è maturata velocemente grazie alla domanda estera di materiale elettronico e medicale per combattere il coronavirus.

A conferma della accelerata finale, la Cina ha registrato a dicembre un surplus commerciale record di 78,17 miliardi, contro i 47,25 miliardi di dicembre 2019 e i 72,35 miliardi stimati dai mercati. É stato il dato più alto mai registrato almeno dal 1981, anno di avvio della raccolta statistica, in scia alla ripresa della domanda globale.

L’export ha avuto un balzo del 18,1%, oltre il 15% atteso dagli analisti e meno del 21,1% di novembre. L’import, invece, è salito del 6,5%, contro il 4,5% del mese precedente e il 5,7% stimato alla vigilia.

Quanto allo scontro con gli Usa, il surplus commerciale verso Washington ha segnato un progresso del 7%, a 316,9 miliardi, malgrado la battaglia a colpi di dazi del presidente americano Donald Trump per centrare l’obiettivo di un maggiore equilibrio.

Il trend è stato sostenuto dalla vendita di materiale per combattere il Covid-19, mentre soltanto a dicembre, l’export ha avuto un incremento del 34,5% annuo e l’import di beni americani è salito del 47,7%, al passo più ampio da gennaio 2013 grazie a prodotti come la soia, nell’ambito della ‘fase 1’ dell’accordo commerciale firmato a gennaio 2020. I 10 Paesi dell’Asean sono diventati il primo partner commerciale di Pechino, seguiti da Unione europea e Usa.

L’outlook resta più che positivo: i nuovi lockdown in Usa, Europa e altre parti del mondo potrebbero continuare a stimolare la domanda di beni di consumo fabbricati in Cina, a danno della ripresa globale.

Li Kuiwen, funzionario delle Dogane, ha notato senza mezzi termini che il surplus potrebbe continuare a crescere nel 2021, sostenuto dalla ripresa dell’economia globale e da una crescita interna stabile secondo il nuova schema della “doppia circolazione” del nuovo piano quinquennale: sostenere la domanda interna cercando allo stesso tempo di aumentare le esportazioni.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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