Usa: prima esecuzione federale d’una donna in 70 anni

Lisa Montgomery. Immagine d'archivio.
Lisa Montgomery. Immagine d'archivio. EPA/Wyandotte County Sheriff / HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

NEW YORK,. – Per la prima volta in quasi 70 anni il governo federale Usa ha messo a morte una donna: dopo il via libera della Corte Suprema poco dopo mezzanotte, Lisa Montgomery ha ricevuto l’iniezione letale nel carcere di Terre Haute, in Indiana.

L’esecuzione ha provocato indignazione in tutto il mondo: Suor Helen Prejan, la religiosa che ha ispirato il film “Dead Man Walking”, ha lanciato al futuro presidente Joe Biden un appello per la moratoria immediata, mentre in Italia la Pd Lia Quartapelle ha parlato di “ultimo delitto” di Donald Trump.

“L’Italia è sempre e comunque contro la pena capitale”, ha twittato la vice ministra degli Esteri Emanuela Del Re, mentre la Comunità di Sant’Egidio e Amnesty International, entrambe in prima linea nella campagna per la moratoria, hanno espresso sdegno e condanna. “Profondo rammarico” è stato espresso anche dall’Unione europea.

L’esecuzione, l’undicesima da quando l’amministrazione Trump lo scorso luglio ha ripristinato la pena di morte federale dopo 17 anni di pausa, era stata sospesa ieri per consentiré l’ennesima perizia psichiatrica. Ma le speranze suscitate tra quanti nel mondo si oppongono alla pena di morte erano state freddate dalla Corte Suprema, che aveva messo in minoranza i tre giudici liberal: Stephen Breyer, Elena Kagan e Sonia Sotomayor.

Lisa aveva 52 anni ed era stata condannata 13 anni fa per un delitto efferato: nel 2004, dopo aver finto per mesi di essere incinta, aveva strangolato e squartato una donna all’ottavo mese, strappandole con un coltello dalla pancia il feto di una bambina prematura. La bimba era stata ritrovata miracolosamente in buona salute: ha compiuto 16 anni un mese fa, nell’anniversario della morte della madre.

Montgomery, avevano sostenuto fino all’ultimo i suoi avvocati sulla scorta delle perizie degli esperti, era rimasta traumatizzata da gravissimi abusi subiti da bambina (la madre la costringeva a prostituirsi “per pagare i conti” dei fornitori, il padre la violentava) ed era ritenuta gravemente malata di mente dai suoi stessi carcerieri.

Restano intanto nella Death Row federale altri due detenuti in attesa di esecuzione. Cory Johnson e Dustin Higgs sarebbero in calendario per il 14 e il 15 gennaio, ma potrebbero scamparla: due giorni fa un giudice federale ha rinviato l’esecuzione in attesa che i due prigionieri si riprendano dal Covid contratto nel carcere di Terre Haute. Se resteranno positivi dopo il 20 gennaio potranno contare su Biden, che è contrario alla pena di morte.

(di Alessandra Baldini/ANSA)

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