ROMA. – Vengono rapiti e uccisi, le chiese bruciate, le case confiscate. Accade oggi, nel 2021: i cristiani perseguitati sono 340 milioni nel mondo. Lo rivela l’ultimo rapporto di Open Doors/Porte Aperte che calcola che un cristiano su 8 ha una vita difficile solo a causa della sua fede.
La libertà di religione è ripetutamente violata in molti Stati del mondo ed è l’Africa il continente dove si registra una escalation di violenze. Sempre più diffuso poi il fenomeno delle spose bambine: ragazze cristiane, nei Paesi dove questa religione è minoranza, che vengono rapite, violentate, convertite e prese come spose dai loro rapitori. Molte di loro sono minorenni e alcune, se si oppongono, vengono barbaramente uccise. Come è accaduto qualche giorno fa a due sorelle, Sajida e Abida, che vivevano a Lahore, al Nord del Pakistan.
“I cristiani uccisi per ragioni legate alla fede crescono del 60%, con la Nigeria ancora terra di massacri e nella top 10 dei Paesi con più uccisioni di cristiani ci sono 8 nazioni africane”, ha sottolineato oggi l’organizzazione in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati. Open Doors/Porte Aperte sottolinea poi che il Covid-19 ha aggravato la situazione.
I cristiani nei Paesi in cui sono minoranza sono stati discriminati sia negli aiuti sanitari che in quelli economici. Ma il lockdown, con la conseguente convivenza forzata, ha anche reso più difficile la situazione dei cristiani convertiti che hanno come primi nemici proprio i loro familiari. Le misure restrittive legate all’emergenza sanitaria sono state poi in molti Paesi l’occasione per i governi di aumentare i controlli e limitare i diritti, tra i quali la libertà di fede.
Nel Rapporto di Porte Aperte si calcola che nell’ultimo anno i cristiani uccisi sono stati 4.761 (mediamente 13 ogni giorno), le chiese ed edifici connessi attaccati o chiusi 4.488 (12 ogni giorno), i cristiani arrestati senza processo e incarcerati 4.277 (11 ogni giorno), i cristiani rapiti 1.710 (mediamente 4 al giorno).
“Aumenta la persecuzione dei cristiani in termini assoluti e il Covid – ha spiegato Cristian Nani, direttore di Porte Aperte – ha enfatizzato le discriminazioni. Dunque, cresce ancora una delle numericamente più imponenti persecuzioni mai sperimentate in questa terra. Per molti cristiani perseguitati, il lockdown dovuto alla pandemia ha significato essere chiusi in casa con il proprio persecutore. La famiglia che non accetta la fede del cristiano è spesso una delle fonti immediate di persecuzione”.
Nella ‘top ten’ dei Paesi più a rischio per i cristiani ci sono: Corea del Nord, Afghanistan, Somalia, Libia, Pakistan, Eritrea, Yemen, Iran, Nigeria, India. Ma in primo piano ci sono la Cina, o ‘new entry’ della classifica che segna gli Stati dove i cristiani vivono le maggiori difficoltà, come, per esempio, il Messico.
“Non sono solo vittime, i cristiani in molti paesi – conclude Open Doors – possono essere una soluzione in contesti di conflitto e crisi umanitarie. In Medio Oriente la comunità cristiana, attraverso chiese e organizzazioni caritatevoli locali, è stata una risorsa vitale per portare speranza e ricostruzione in paesi come l’Iraq o la Siria”.
(di Manuela Tulli/ANSA)