Merkel avverte: lockdown duro ancora per due mesi

Coronavirus in Germania, medico mostra una fiala.
Coronavirus in Germania, medico mostra una fiala.

ROM. – Le varianti del Covid stanno complicando la lotta alla pandemia in Europa. La Germania è preoccupata da quella inglese, veloce nel propagarsi, tanto che Angela Merkel ha preparato i tedeschi ad un lockdown prolungato per altri due mesi.

In Gran Bretagna, dove la variante del virus ha colpito per prima e con estrema durezza, il 2020 è stato l’anno con più vittime dalla Grande Guerra.

Nell’Ue la campagna vaccinale iniziata il 27 dicembre procede, ma è troppo presto per avere risultati decisivi. A Berlino ne sono consapevoli, perché devono fare i conti con tassi di mortalità ancora altissimi: quasi 900 vittime nelle ultime 24 ore.

La cancelliera Merkel è in allarme soprattutto per l’impatto della variante scoperta in Gran Bretagna, che gli esperti stimano sia presente in Germania da diverse settimane. “Se non riusciamo a fermarla – ha detto ai suoi colleghi della Cdu – avremo entro Pasqua un’incidenza del virus 10 volte superiore”.

In questo quadro non è il momento di abbassare la guardia ed il lockdown, già prorogato al 31 gennaio, potrebbe allungarsi ancora: “Abbiamo bisogno di misure dure per altre 8-10 settimane”, ha detto apertamente il capo del governo.

Nel frattempo il ministro della Salute Jens Spahn ha chiesto ai laboratori di analizzare i dati genetici di un tampone su dieci per individuare le varianti del virus. Quella sudafricana, anch’essa molto rapida nella diffusione, è stata rilevata per la prima volta in una famiglia dopo un lungo soggiorno nel paese africano.

La mutazione inglese è la principale responsabile della nuova esplosione dell’epidemia oltremanica. Il 2020 è stato un anno record per numero di vittime: 697.000, circa 91.000 in più della media degli anni precedenti. A causa, o come concausa, del coronavirus in oltre 80.000 casi.

In cifra assoluta è il numero più elevato di decessi dal 1918, segnato dalla Prima Guerra Mondiale e dall’epidemia di Spagnola. Boris Johnson la settimana scorsa è stato costretto a reintrodurre il lockdown, ma la popolazione lo accetta con fatica. Soprattutto a Londra, tra i giovani, riunioni e feste improvvisate continuano a essere segnalate nonostante la capitale sia uno dei peggiori focolai. Le forze dell’ordine, per farvi fronte, hanno annunciato più controlli e multe.

Più disciplinati appaiono gli olandesi: otto su dieci ritengono il lockdown giusto, ha rilevato un sondaggio diffuso dai media locali nel giorno in cui il premier Mark Rutte ha annunciato il prolungamento del confinamento nazionale di altre 3 settimane, fino al 9 febbraio.

Il blocco sarebbe dovuto decadere il 19 gennaio ma per il governo il numero dei casi giornalieri – seppur in calo da 2 settimane – è ancora troppo alto. Inoltre la campagna di vaccinazione è iniziata con ritardo rispetto agli altri Paesi Ue: soltanto mercoledì scorso un’infermiera ha ricevuto la prima dose.

In Francia la reintroduzione del confinamento nazionale è l’ipotesi meno probabile, il governo per ora l’ha esclusa. Si valuta invece una chiusura in base alle regioni, o parziale, per esempio nei weekend. Oppure l’anticipo del coprifuoco dalle 20 alle 18 in tutto il Paese. Qualcosa, comunque, si farà, perché la variante inglese preoccupa anche i francesi.

Da segnalare infine il caso, virtuoso, di Israele: nel Paese si corre spediti con le vaccinazioni. Già due milioni di israeliani hanno ricevuto la dose, con il governo Netanyahu che punta ad immunizzare tutta la popolazione entro la fine di marzo. Mentre dall’altra parte dell’Oceano, in California, Disneyland si è trasformata in un mega centro per le vaccinazioni contro il Covid.

(di Luca Mirone/ANSA)

Lascia un commento