Addio a Turani, tra i padri del giornalismo economico

Una foto presa da Linkedin di Giuseppe Turani,
Una foto presa da Linkedin di Giuseppe Turani, 7 gennaio 2021.

ROMA. – Scompare uno dei padri fondatori del giornalismo economico del dopoguerra che ha analizzato da vicino le principali operazioni finanziarie della prima e della seconda repubblica. Giuseppe Turani, detto Peppino, è infatti morto in seguito ad un malore.

E’ stato editorialista economico di punta per L’Espresso, Repubblica, Il Corriere della Sera, Capital e tante altre importanti testate giornalistiche dove ha raccontato l’economia come pochi altri, con la capacità di rendere semplice anche una complicata operazione del capitalismo nostrano. Con un linguaggio accattivante capace di catturare il lettore e di spingere al giornalismo economico tanti giovani degli anni sessanta e a seguire.

Turani è stato autore con Eugenio Scalfari di un libro che ha fatto epoca entrando nel linguaggio comune degli italiani, Razza Padrona. Un caposaldo del giornalismo economico e non datato 1974. Il libro a quattro mani narra le vicende economiche, politiche e finanziarie dalla nazionalizzazione dell’Enel nel 1962, come base per la nascita del governo di centrosinistra, fino all’accordo per la nomina dei vertici di Confindustria nel 1974 con Eugenio Cefis protagonista di gran parte delle vicende narrate.

Con il fondatore di Repubblica Turani partecipa meno di due anni dopo al lancio del quotidiano come responsabile della redazione economica.

Era nato a Voghera il 29 aprile del 1941 ed è morto all’ospedale di Broni nelle colline dell’Oltrepo’ pavese dove appunto era stato ricoverato per un malore che lo ha colpito ieri nella sua abitazione. Dopo alcune esperienze televisive in Rai per il giornale di Scalfari diventa direttore del supplemento Affari e Finanza nel 1986, in edicola il lunedì.

Ha legato il suo nome alle inchieste e alle analisi sui grandi gruppi industriali italiani, dalla Fiat dell’Avvocato Agnelli alla scalata a Montedison, su cui scrive un libro nel 1977 per la casa editrice Mondadori, su cui scriverà poi negli successivi un libro sulla sfida per il controllo della casa di Segrate nel 1990 con Delfina Rattazzi per Rizzoli.

Nella sua carriera ha raccontato tutti i principali passaggi dell’economia italiana curando i ritratti di tutti i principali protagonisti dell’industria italiana, dall’Avvocato all’Ingegnere, da Raul Gardini a Silvio Berlusconi.

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