Cina frena indagine Oms sulle origini del Covid

Un medico del Beijing Fengsheng Special Hospital of Traditional Medical Traumatology and Orthopaedics
Un medico del Beijing Fengsheng Special Hospital of Traditional Medical Traumatology and Orthopaedics. (Photo by NICOLAS ASFOURI / AFP)

ROMA. – La Cina frena la missione dell’Oms destinata a individuare le origini della pandemia che ha fermato il mondo. Il giorno dopo il nervoso annuncio del direttore dell’Organizzazione mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus, che si è detto “molto deluso” per il mancato via libera di Pechino all’ingresso degli esperti, alcuni dei quali già in viaggio, la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying ha chiarito apertamente che il ritardo della missione, attesa da molti mesi, “non è solo una questione di visti”.

E che i colloqui “sulla data specifica e sull’organizzazione specifica della visita del gruppo di esperti” sono ancora in corso.

L’Oms non la pensa così e l’atteggiamento positivo mostrato in passato nei confronti di Pechino di fronte alle accuse di Donald Trump, che chiama il Covid il “virus ciñese”, sembra ora incrinarsi. Due componenti della missione sono già partiti, ha detto ieri Ghebreyesus, e altri sono stati bloccati sul punto di farlo.

“Ma la questione della ricerca dell’origine è incredibilmente complicata”, ha replicato Hua. “Per garantire che il lavoro del team di esperti internazionali in Cina si svolga senza intoppi, dobbiamo eseguire le procedure necessarie e prendere accordi pertinenti”, ha spiegato, nonostante la disponibilità alla missione dichiarata a suo tempo dal presidente Xi Jinping in persona all’assemblea dell’Oms.

Il team di 10 esperti sarebbe dovuto arrivare in Cina questa settimana con l’importante obiettivo di stabilire come e dove il virus è passato dagli animali agli esseri umani, nell’intento di trovare non un colpevole ma soluzioni per sconfiggere la pandemia.

Nonostante la pressioni internazionali, Pechino sembra tuttavia resistere all’avvio di un’indagine indipendente, seminando anche dubbi sul fatto che la pandemia sia iniziata all’interno dei suoi confini. Il ministro degli Esteri Wang Yi ha affermato nei giorni scorsi di credere che la pandemia sia “probabilmente iniziata in più punti del mondo”. Una tesi, al momento, non dimostrata.

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