Scuola, Save the Children: “34mila a rischio abbandono”

Studente a casa segue le lezioni di scuola con la DAD (didattica a distanza) usando il computer,
Studente a casa segue le lezioni di scuola con la DAD (didattica a distanza) usando il computer, Milano, 20 ottobre 2020. ANSA/MATTEO CORNER

ROMA. – Adolescenti stanchi (31%), incerti (17%), preoccupati (17%), quasi uno su due (il 46%) è convinto di aver “sprecato” un anno e uno su tre che la propria preparazione scolastica sia peggiorata e nel 35% dei casi devono recuperare più materie dell’anno scorso.

Con un rischio sempre più concreto di dispersione scolastica: il 28% sostiene che dall’inizio della pandemia almeno un compagno nella propria classe ha smesso di frequentare la scuola. Tra le cause principali delle assenze durante la Dad la difficoltà di connessione e la mancanza di concentrazione.

La stima è che almeno 34mila studenti delle superiori, a causa delle assenze prolungate, potrebbero trovarsi a rischio di abbandono scolastico. E’ il ritratto degli adolescenti che hanno vissuto per quasi un anno costretti a casa lontani dalle aule, impegnati nella Dad, spesso senza fare sport o altre attività, vedendo poco gli amici e gli amori, che delinea una indagine realizzata da Ipsos per Save The Children su un campione di 1000 studenti dai 14 ai 18 anni dal titolo “I giovani ai tempi del Coronavirus”.

I ragazzi – secondo l’indagine – si sentono esclusi dalle scelte per il contrasto alla diffusione del Covid: il 65% è convinto di pagare in prima persona per l’incapacità degli adulti di gestire la pandemia, il 43% si sente accusato dagli adulti di essere tra i principali diffusori del contagio, mentre il 42% ritiene ingiusto che agli adulti sia permesso di andare al lavoro, quando a loro la non è permesso di andare a scuola.

Quasi un quarto degli adolescenti (23%) dichiara che, in questo anno di pandemia, ha capito che uscire non è poi così importante e che si possono mantenere le relazioni anche on line. Di contro, però, l’85% dei ragazzi intervistati afferma invece di aver capito quanto sia importante uscire con gli amici.

Tra le “privazioni” che i ragazzi hanno sofferto di più, anche quella di non aver potuto vivere esperienze sentimentali importanti per la loro età (63%). Il 69% degli studenti intervistati ha sentito in qualche modo parlare del Next Generation Eu e sperano che attraverso questo Fondo vengano incrementati i finanziamenti per l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani (30%) o la possibilità di studiare gratuitamente all’estero (17%) e all’università (17%).

“E necessario dedicare le risorse del Next Generation prioritariamente al futuro dei più giovani, con un forte e concreto investimento di lungo periodo sull’infrastruttura educativa – sostiene Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children -In questa crisi troppo a lungo gli adolescenti sono rimasti invisibili. E, come dimostra anche il dibattito di queste ore sulla riapertura degli istituti, l’impatto prodotto su di loro dalla chiusura delle scuole è ancora gravemente sottovalutato”.

Per questo, aggiunge, “è necessario riaprire subito le scuole in sicurezza con un’offerta educativa potenziata, soprattutto nei territori più difficili”.

(di Emanuela De Crescenzo/ANSA)

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