Mercati inaugurano 2021 incerti con Usa, bene Londra

Un operatore finanziario osserva l'andamento della Borsa in una sala operativa di Milano.
Un operatore finanziario osserva l'andamento della Borsa in una sala operativa di Milano. (ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)

MILANO. – Debutto nel 2021 a due facce per i mercati: la prima parte della giornata di avvio dell’anno è stata più che positiva, trainata dalla Borsa di Londra che ha festeggiato la partenza della Brexit senza traumi, ma poi il progressivo scivolone di Wall street giunta a perdere oltre il 2% ha raffreddato molti entusiasmi.  Così come le incertezze del prezzo del petrolio.

In questo quadro Piazza Affari ha tenuto, con lo spread in lieve rialzo ma senza accusare particolari tensioni che potrebbero venire dalla politica.

Le Borse europee hanno salutato il nuovo anno con rialzi generalizzati grazie agli indici Pmi del settore manifatturiero di dicembre, che nell’Eurozona hanno segnato i massimi dal 2018.

A trainare l’ottimismo soprattutto la Germania, con l’indice oltre quota 58, il livello più alto dal febbraio 2018. In crescita anche la Francia e l’Italia, con l’indice che registra la fiducia dei responsabili degli acquisti delle imprese salito nella Penisola a 52,8 punti, anche se un po’ sotto alle attese.

Ma è stato quello della Gran Bretagna, insieme alle paure meno accentuate per gli effetti della Brexit. a sostenere la Borsa di Londra, la più debole con Madrid nel corso del 2020: l’indicatore manifatturiero britannico si è attestato a 57,5 punti, di qualche frazione oltre le stime, con il dato sui massimi da tre anni.

In questo clima, pur scontando le incertezze di Wall street, i mercati azionari del Vecchio continente hanno chiuso tutti in rialzo: Londra ha segnato infatti una crescita finale dell’1,7% e Parigi dello 0,6%, con Francoforte di qualche frazione sopra la parità e Piazza Affari in rialzo con l’indice Ftse Mib dello 0,3%.

A Milano comunque diversi titoli tra i principali hanno segnato rialzi rilevanti. É il caso di Stm, salito del 3,8%, seguito da Buzzi (+3,6%), Hera (+2,4%), Enel e Fineco (+2,1%), con A2A cresciuta di due punti percentuali. Bene, ma in progressivo rallentamento della crescita, Fca nel giorno della fusione definitiva con Psa: il titolo del gruppo automobilistico italiano è salito dell’1,5% mentre quello francese a Parigi è cresciuto dell’1,7%.

Qualche vendita su Eni (-1,1%), Generali e Leonardo (-1,3%), con Bper scesa dell’1,5%, Pirelli dell’1,6% e Mediobanca dell’1,7%. Scivolone finale per Atlantia, che per la prima parte della giornata si era mantenuta attorno alla parità e che in una crescente corrente di vendite ha chiuso in ribasso del 2,3%.

Per ora gli operatori non sembrano guardare alla tensione nel governo e lo spread tra i titoli di Stato decennali italiani e quelli tedeschi ha chiuso in leggero aumento rispetto a giovedì a 115 punti base.

Ad appesantire i mercati ci ha pensato invece il petrolio, che guarda anche agli scarsi risultati delle riunioni Opec+ e che, dopo una partenza positiva, è progressivamente sceso anche sotto i 48 dollari al barile a New York. Sempre bene l’oro, che si è mosso su rialzi anche superiori al 2% sopra i 1.930 dollari l’oncia.

(di Alfonso Neri/ANSA)

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