Forte scossa di terremoto in Croazia, crolli e morti a Petrinja

Croazia, dopo il terremoto soldati ricercano sopravvissuti.
Croazia, dopo il terremoto soldati ricercano sopravvissuti. (Photo by DENIS LOVROVIC / AFP)

BELGRADO. – Una scossa fortissima di terremoto, di magnitudo 6.4, ha colpito la Croazia facendo tremare anche il nord-est dell’Italia e l’Adriatico, da Trieste fino a Napoli. Lasciando morte e devastazione: il centro della piccola città di Petrinja, a circa 50 chilometri da Zagabria, è distrutto e si scava sotto le macerie per cercare di salvare le persone rimaste intrappolate, mentre il bilancio delle vittime si aggrava di ora in ora.

In serata i primi dati parlavano di almeno 7 morti e tantissimi feriti, alcuni molto gravi. E tra loro anche delle giovanissime vite, come una ragazzina di 12 anni. Ma le immagini che rimbalzano da Petrinja, centro con 20 mila persone, fanno temere che sia destinato a crescere.

La regione già lunedì era stata interessata da forti scosse sismiche, tutte intorno ad una magnitudo 5, ma quella registrata dai sismografi alle 12.19 – inizialmente con una ‘potenza’ pari a 6, poi rivista al rialzo a 6.4 – ha scatenato tutta la sua forza devastatrice. Facendosi sentire anche in molti altri Paesi della regione, penisola compresa.

Tantissimi i crolli di case e edifici – tra cui l’ospedale locale ed un asilo – in particolare nel centro della cittadina, trasformata in pochi secondi in un cumulo di macerie fumanti e polverosi. Dolore e panico tra la popolazione che si è riversata per le strade alla disperata ricerca di parenti, irraggiungibili per le immediate interruzioni nell’erogazione di energia elettrica, dei collegamenti telefonici e della rete internet.

Il sindaco di Petrinja Darinko Dumbovic, affranto dinanzi alla sua città distrutta, ha paragonato lo scenario che si sono trovati davanti i soccorritori a Hiroshima. Il presidente croato Zoran Milanovic, accorso a Petrinja con il premier Andrej Plenkovic, si è mostrato scioccato, evocando Grozny, la capitale della Cecenia distrutta nella guerra degli anni novanta con le forze russe.

Le vittime accertate finora sono una ragazzina di 12 anni, un giovane di 20 anni, un padre con il figlio, e altre tre persone, una delle quali rimasta travolta dal crollo di una chiesa in un paesino presso Petrinja.

Notevoli i danni anche a Sisak, cittadina più grande e principale centro della regione colpita, e nella stessa capitale Zagabria, già interessata da un altro forte terremoto di magnitudo 5.5 il 22 marzo scorso. In quell’occasione migliaia di edifici erano rimasti danneggiati soprattutto nel centro storico di Zagabria, con danni per una decina di miliardi di euro.

La nuova forte scossa ha causato altri danni, in particolare alle sedi del governo e del parlamento della Croazia, che sono state velocemente evacuate. Nelle località colpite, insieme alla squadre della protezione civile, stanno affluendo centinaia di militari dell’Esercito, impegnati ad allestire tende e container per i tanti sfollati che si preparano ad affrontare una notte fuori casa, al freddo e con nuove paure.

E al terremoto si aggiunge l’emergenza sanitaria per pandemia di covid-19. Il governo ha deciso di abolire l’obbligo delle autocertificazioni per gli spostamenti tra le varie regioni. Sul posto sono in arrivo aiuti da vari Paesi, compresa l’Italia, che ha inviato una unità della protezione civile.

Solidarietà alla dirigenza croata è stata espressa dai vertici dell’Unione europea, a cominciare dalla presidente della commissione Ursula von der Leyen e dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel, che hanno promesso aiuti al Paese ex jugoslavo, ultimo stato ad aderire alla Ue nel luglio 2013.

Il violento sisma avvenuto in Croazia è stato avvertito chiaramente in tutti i Paesi della regione, dalla Slovenia alla Serbia, dalla Bosnia-Erzegovina alla Macedonia del Nord e al Montenegro. In Slovenia in via precauzionale è stata sospesa l’attività della centrale nucleare di Krsko.

(di Franco Quintano/ANSAmed)