Caos merci e nuovi lockdown, il Regno alle corde

File di camion e automobili sull'autostrada.
Trasporto di merci su autostrade

LONDRA.  – La Gran Bretagna è in emergenza e nella morsa di una pandemia da Covid che la sta letteralmente bloccando, fra il caos merci e nuovi lockdown imposti a una popolazione sempre più stanca.

Continuano infatti a farsi sentire le conseguenze per le colonne chilometriche di tir e camion diretti nel continente europeo, nonostante la riapertura degli ingressi decisa dalle autorità francesi dopo lo stop per contenere la mutazione inglese di coronavirus, alla quale si è aggiunta nelle ultime ore la paura per un’ulteriore variante in arrivo dal Sudafrica.

Migliaia i camionisti sfiniti e inferociti in Kent, a Dover e a Manston, dove si trova un aeroporto dismesso trasformato in un gigantesco parcheggio. Prima di muoversi alla volta della Francia, come prevede l’accordo Londra-Parigi, devono sottoporsi ai test rapidi per il Covid, approntati in una serie di postazioni mobili.

Questo mentre il ministro della Sanità, Matt Hancock, annuncia che nuove zone dell’Inghilterra, abitate in tutto da 6 milioni di persone, saranno sottoposte, come già lo è Londra, alle restrizioni più rigide, in base al livello di allerta massima “Tier 4”. Livello nel quale sono destinati a finire dal 26 dicembre in tutto 34 milioni di cittadini, oltre la metà della popolazione inglese.

“Il Tier 3 non è più efficace per contrastare la mutazione da coronavirus e quindi è vitale introdurre nuove restrizioni, nel sud-est e nell’est Inghilterra”, ha dichiarato Hancock durante una conferenza stampa a Downing Street. La tempestività diventa fondamentale, a fronte dei nuovi dati usciti oggi. Sono stati registrati nelle ultime 24 ore 744 morti per Covid-19 nel Regno, il numero di vittime più elevato dal 29 aprile, per un totale da inizio pandemia di 69.051 (meno dell’Italia).

Picco anche di contagi: sono stati quasi 40 mila, segno ulteriore dell’elevata capacità di trasmissione della variante di coronavirus. Le restrizioni nelle nuove “zone rosse” entrano in vigore a partire dal giorno di Santo Stefano. Ma già si parla di un nuovo lockdown su scala nazionale che potrebbe arrivare dopo Natale.

Intanto le autorità devono gestire le difficoltà attuali e la tensione di una popolazione che stenta ancora a sopportare misure contenitive che vanno avanti da mesi, in particolare alla vigilia di Natale. Festività che diversi camionisti rischiano di passare ancora in colonna nel sud dell’Inghilterra o in attesa di un test rapido.

Oggi la tensione è sfociata in veri e propri tafferugli con la polizia, a Dover, con un arresto, e anche all’aeroporto di Manston, coinvolgendo alcuni dei circa 3.800 autotrasportatori arrivati lì che si sono rifiutati di essere sottoposti al tampone. Il governo britannico è stato perentorio in merito:

“Tutti i conducenti di camion, indipendentemente dalla loro nazionalità, dovranno essere sottoposti” a uno screening che fornisce un risultato in circa 30 minuti, ha affermato in un comunicato il ministero dei Trasporti. Questo protocollo deve essere rivisto il 31 dicembre ma “potrebbe rimanere in vigore fino al 6 gennaio”, ha detto ancora.

La procedura non può che rallentare il passaggio di merci da e per il continente. Tanti i camionisti stranieri in fila. “Siamo qui fermi da due giorni e non ci siamo potuti fare una doccia, siamo rimasti a lungo senza acqua da bere”, ha protestato un autotrasportatore polacco.

Molti temono di non poter ritornare a casa in tempo per le feste. Per risolvere l’emergenza è stato perfino mobilitato l’esercito britannico. Si spera che basti per permettere un Natale che non può essere in nessun modo definito normale.

(di Alessandro Carlini/ANSA)

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