Istat: “Nel 2019 ancora record negativo per natalità”

Una coppia con il figlio.
Una coppia con il figlio. (ANSA)

ROMA. – L’Italia conferma il suo record negativo nella natalità: nel 2019 sono stati 420.084 i nati, quasi 20 mila in meno rispetto all’anno precedente e oltre 156 mila nel confronto con il 2008. A diminuire sono soprattutto i nati da genitori entrambi italiani: 327.724 nel 2019, oltre 152 mila in meno rispetto al 2008. Ma la contrazione, anche se meno evidente, riguarda pure le coppie straniere, che nel nord riescono ad avere più di un nato su cinque. E la gelata delle nascite si avrà anche nel 2020.

A segnalare l’andamento è l’Istat con il report ‘Natalità e fecondità della popolazione residente’, relativo al 2019, secondo cui il numero medio di figli per donna continua a scendere: 1,27 per l’insieme delle donne residenti (era 1,29 nel 2018 e 1,46 nel 2010).

Secondo l’istituto di statistica il calo della natalità è in atto da 7 anni consecutivi e nel 2019 c’è stato in questo senso un nuovo superamento al ribasso. Il segno meno è attribuibile quasi esclusivamente alle nascite da coppie di genitori (entrambi) italiani (327.724 nel 2019, oltre 152 mila in meno rispetto al 2008).

Ma la denatalità prosegue anche nel 2020: secondo i dati provvisori riferiti al periodo gennaio-agosto le nascite sono già oltre 6.400 in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Pur senza tener conto degli effetti della pandemia di Covid-19, che si potranno osservare a partire da questo dicembre con la previsione di una ulteriore riduzione delle nascite almeno di 10mila unità.

In controtendenza anche il contributo dei cittadini stranieri: dal 2012 al 2019 si è ridotto il numero dei nati con almeno un genitore straniero (quasi 15 mila in meno) che, con 92.360 unità, costituiscono il 22% del totale. In particolare i nati da genitori entrambi stranieri sono scesi per la prima volta sotto i 70 mila nel 2016 (69.379) per arrivare a 62.918 nel 2019 (15% sul totale dei nati), poco più di 2.500 nati in meno rispetto al 2018.

Nelle regioni settentrionali, come accennato, più di un nato su cinque ha genitori entrambi stranieri: al primo posto si confermano i bambini rumeni (12.215 nati nel 2019), seguiti da marocchini (8.687), albanesi (6.684) e cinesi (3.121). Queste quattro comunità rappresentano quasi la metà del totale dei nati stranieri (49,3%).

L’incidenza delle nascite da genitori entrambi stranieri sul totale dei nati è molto più elevata nelle regioni del Nord (21,2% nel Nord-est e 21,1% nel Nord-ovest) dove la presenza straniera è più stabile e radicata e, in misura minore, in quelle del Centro (17,4%); nel Mezzogiorno l’incidenza è molto inferiore rispetto al resto d’Italia (6,1% al Sud e 5,3% nelle Isole).

Sul tema interviene la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti. “I dati Istat sul calo della natalità denunciano – afferma in un post su fb – che l’Italia ha bisogno urgente di una prospettiva di speranza: questo è il Family Act. Il Governo lo ha approvato lo scorso giugno, adesso è all’esame del Parlamento. Impegniamoci tutti dai primi giorni del nuovo anno perché diventi il prima possibile legge dallo Stato”.

La presidente di FdI Giorgia Meloni giudica “preoccupanti i dati provvisori del primo semestre 2020 che registrano già un calo rispetto al 2019 e al quale si aggiungerà l’impatto devastante del Covid19. E’ un vero e proprio bollettino di guerra ed è desolante che nessuno ne tenga conto”. “Per l’Italia un altro anno buio e negativo per la natalità”, afferma il senatore e presidente nazionale dell’Udc Antonio De Poli.

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